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Giornata mondiale del sonno: i disturbi causati dal cambiamento climatico, dormiremo meno?

L’aumento delle temperature provoca un disturbo all’organismo anche quando va a dormire e quindi il riscaldamento globale rischia di portar via con sè anche uno dei beni più preziosi di cui l’uomo ha a disposizione, ovvero il sonno.
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Mattia Giangaspero 17 Marzo 2023
Intervista a Luigi Ferini Strambi direttore del Centro di Medicina del Sonno dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano

Arriveremo a diventare degli zombie in futuro? Speriamo di no perché vorrebbe dire che non siamo riusciti a salvare il pianeta dal riscaldamento globale. Ti chiederai ma che nesso c’è tra zombie e riscaldamento globale?

Ti è mai capitato di non dormire una notte e il giorno dopo andare a lavoro, a scuola e sembrare uno zombie?

Ecco adesso forse il concetto è un po’ più chiaro. Tutti noi abbiamo vissuto, almeno una volta, questa sensazione di non dormire la notte perché faceva troppo caldo.  Caldo dovuto a temperature sempre più elevate. Questa sensazione però non resta tale e casuale, ma per anni è stata studiata. Ci sono voluti decenni di ricerche sull’insonnia o sulla privazione del sonno a causa del caldo che poi sfociassero in malattie cardiache, in disturbi dell’umore. In alcuni casi gravi questo potrebbe causare anche un rallentamento della capacità di apprendimento.

I ricercatori dell’Università di Copenaghen hanno pubblicato uno studio in cui hanno correlato la perdita di sonno, al cambiamento climatico, scoprendo che le temperature notturne sempre più elevate, innalzate dai cambiamenti climatici, fanno slittare l'orario di riposo e anticipano quello del risveglio, facendoci perdere parte del riposo notturno.

Lo studio, accettato e pubblicato sulla rivista scientifica One Earth, in conclusione indica anche che le persone che sono state seguite per quest’analisi hanno subito una privazione del sonno anche in luoghi in cui le temperature non erano così elevati.

Il problema è che il rischio di riduzione di sonno aumenterà sempre più con l’aumento delle temperature e potenzialmente, tutti noi, potremmo perdere fino a 15 giorni all’anno di risposo.

L’adattamento alle temperature alte?

A questa domanda, gli stessi ricercatori dell’Università di Copenaghen hanno risposto che con notti che saranno sempre più calde il corpo comunque non si adatterà e questo per una questione medico-organica.

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Noi di Ohga abbiamo sentito il professore e direttore del Centro di Medicina del Sonno dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano Luigi Ferini Strambi per comprendere meglio il perchè l'essere umano non può adattarsi alle temperature più calde la notte e quel che accade al corpo durante il sonno.

Professore perchè c'è questo nesso tra due aspetti che sembrano essere, a primo impatto, non collegabili tra loro, ovvero sonno e cambiamento climatico? E perchè non possiamo abituarci a temperature più alte la sera? 

"Allora il problema fondamentale è che purtroppo con l’aumento della temperatura si arriverà a perdere una certa quota di sonno, quindi con il riscaldamento globale che probabilmente peggiorerà, tante più saranno le ore di sonno che andremo a perdere. Perchè avviene questo?"

Questo avviene perché in realtà quando noi andiamo a dormire abbiamo una sorta di diminuzione della temperatura corporea. Si tratta di una cosa fisiologica. La temperatura corporea segue un po’ un ritmo circadiano particolare, per cui noi abbiamo un picco minimo di temperatura alle tre della notte e un picco massimo intorno alle tre del pomeriggio.

Il corpo quindi è come se avesse l'obbligo di raffredarsi, non può farne a meno. Cosa accade, invece, all'organismo quando dorme? 

"Questa domanda è importante, perché ci porta a parlare anche dell’aspetto sonno-veglia. Avendo definito il fatto che ognuno di noi ha necessità che il suo corpo si raffreddi la notte, mentre dorme, adesso bisogna fare alcune distinzioni, nel senso che questo non deve capitare a tutti noi nello stesso momento. Ti faccio un esempio. Una persona, definita ‘gufo’, quindi con lo spostamento del sonno in avanti rispetto al normale, non avrà un abbassamento della temperatura corporea intorno alle 3 del mattino, ma verso le cinque del mattino. Andando avanti con gli anni invece si tende ad allodolizzare, ovvero viene anticipato il picco minimo di temperatura corporea. Questo si traduce con il fatto che una persona anziana cerca di andare a letto prima e si sveglia prima al mattino."

Poi ci sono delle implicazioni importanti anche per quanto riguarda il sonno in estate. Molto spesso andiamo a dormire il più svestiti possibili, ma poi alle tre quattro del mattino ci svegliamo perché sentiamo freddo e vogliamo coprirci. Questo vuol dire che il nostro corpo si è raffreddato e indipendentemente dalla temperatura esterna.

Cosa ci servirà fare per riuscire ad avere un abbassamento della temperatura corporea con le temperature più elevate?

"Quest'ultimo aspetto è importante e si collega molto anche alla ricerca dell’Università di Copenaghen che associa il riscaldamento globale al disturbo del sonno. Molto spesso sento dire che per dormire bene alla sera serve una doccia calda. Totalmente falso. In realtà serve fare il contrario perché la doccia calda fatta alle 11 di sera non ci favorisce il sonno perché riscalda il corpo e non lo raffredda."