Giornata Mondiale della Terra 2022: l’importanza di insegnare l’educazione ambientale nelle scuole

Dal 2020 in Italia è obbligatorio l’insegnamento dell’educazione ambientale nella scuola pubblica. Una materia importante per iniziare sin da piccoli a comprendere l’importanza del rispetto dell’ambiente e della salvaguardia del pianeta. Ne abbiamo parlato con un preside di liceo e con una docente di scuola primaria in occasione della Giornata Mondiale della Terra 2022.
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Michele Mastandrea 22 Aprile 2022

Al rispetto dell'ambiente, sarai d'accordo con me, bisogna educare sin dalla più piccola età. Sarai contento di sapere allora che dal settembre 2020, all'interno delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, è obbligatorio il suo insegnamento. Introdotto dal governo gialloverde nel 2019, con una proposta di legge firmata dall'allora ministro della Pubblica Istruzione Lorenzo Fioramonti, ‘Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio‘ è uno dei tre moduli didattici che compone la materia di Educazione civica. Gli altri due sono l'Educazione Digitale e lo studio della Costituzione.

Ogni anno, sono dedicate all'Educazione Civica almeno 33 ore, ma spesso se ne fanno anche molte in più. Al centro dell'insegnamento per quanto riguarda i temi ambientali c'è l’Agenda2030 delle Nazioni Unite, con i suoi 17 obiettivi da perseguire a livello globale entro il 2030, a salvaguardia della convivenza e dello sviluppo sostenibile. Nel giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale della Terra 2022, abbiamo parlato con un preside di liceo e con una insegnante di scuola elementare per capire l'importanza di questa materia nella crescita delle future generazioni.

"L'educazione ambientale nel nostro liceo è qualcosa che curiamo da diversi anni, anche prima dell'inserimento di questa tematica all'interno di Educazione Civica", spiega Fulvio Buonuomo, dirigente scolastico del liceo Fermi di Bologna. "Gli alunni sono molto interessati e abbiamo diversi progetti attivati, che vanno dalla cura delle aree verdi del liceo, all'attività di misurazione dell'impronta ambientale della scuola, svolta in collaborazione con centri di ricerca, ma anche percorsi specifici come ‘Fermi circolare‘, che riguarda i costi e l'impatto sull'ambiente che ha la produzione di vestiti e in generale l'industria della moda", prosegue Buonuomo.

L'idea è quella di sensibilizzare gli studenti e la comunità scolastica sui comportamenti più virtuosi, al fine di ridurre lo sfruttamento e il deterioramento dell'ambiente. "Abbiamo sia progetti curricolari interni all'insegnamento dell'Educazione civica, sia progetti in collaborazione con enti di ricerca e università per lo studio di tematiche legate all'ambiente. Infine, ci sono diversi progetti in collaborazione con enti di ricerca che supportano le scuole".

Ma come è insegnata nella pratica una materia potenzialmente così vasta? "C'è sia una parte di insegnamento teorico che una parte di applicazione. Tutte le occasioni che possiamo avere, sia dal punto di vista didattico che delle attività da fare all'esterno, le portiamo avanti, spesso anche con sperimentazioni", spiega Buonuomo. Non c'è un programma dettagliato: i contenuti sono liberi e a scelta degli insegnanti, ed è presente una valutazione finale delle competenze. Si adottano dei libri di testo, ma sta ai docenti sceglierli sulla base degli argomenti che ritengono più importanti. Spreco alimentare, tutela dell'acqua, consumo a chilometro zero, riciclo e riuso dei beni. Tutto è potenzialmente materia d'insegnamento.

"Io la insegno prendendo ogni stimolo che viene dalle situazioni di vita quotidiana. Pensiamo ai temi aperti dalla pandemia e legati all'ambiente, o agli eventi climatici estremi accaduti nella nostra zona come la tempesta Vaia. L'importante è insegnare cercando di non fare terrorismo, prendendo tutto dal punto di vista scientifico", spiega Cristina Carasi, docente alla scuola primaria ‘Andersen' di Gardone Val Trompia, in provincia di Brescia.

"Serve fare un percorso a lungo termine con i bambini, facendo ricerche, usando diverse metodologie come ad esempio le video animazioni. Puntando molto sulla ricorsività e sulle possibili soluzioni ai problemi", prosegue Carasi. L'obiettivo di lungo periodo è "creare persone competenti in materia. O almeno in parte, dato che problemi come il cambiamento climatico sono complessi e articolati". Questo serve affinché gli studenti possano poi fare scelte coerenti e utili per affrontare i temi ambientali.

Attività che molto spesso poi sfociano anche nella presa di responsabilità diretta: "I nostri studenti sono coinvolti molto spesso nelle manifestazioni dei Fridays for Future", spiega Buonuomo. "I più piccoli hanno il desiderio di cambiare, e di capire cosa poter fare nella pratica. Spesso riportano anche alcuni temi all'interno delle loro famiglie", spiega Carasi. Per cui "la soddisfazione di avere feedback positivi, per fare un esempio, sulla riduzione dei consumi di acqua, è enorme. Del resto l'urgenza di temi come questi, pensiamo ad esempio alla siccità del Po, serve discuterli ovunque. Dato che la cultura ambientale al momento è molto bassa", aggiunge la docente. Motivo in più per sottolineare oggi, Giornata della Terra 2022, l'importanza dell'educazione ambientale e potenziarne l'insegnamento il più possibile.