Il nostro pianeta sta affrontando sfide ambientali e sociali senza precedenti. La crisi climatica, l'esaurimento delle risorse naturali e le disuguaglianze globali richiedono un cambiamento urgente e radicale. In questo contesto, il ruolo delle nuove generazioni è fondamentale. I giovani laureati sono chiamati a diventare i protagonisti del cambiamento, assumendo un ruolo attivo nella costruzione di un futuro più sostenibile.
Per guidare questa transizione, è fondamentale acquisire le competenze e le conoscenze necessarie. La formazione gioca un ruolo chiave nel preparare i futuri leader della sostenibilità. Lo dimostra anche il grande successo del bando “Dieci tesi per la sostenibilità”, promosso da Fondazione Symbola, Luiss Guido Carli e Unioncamere, che ha evidenziato l'entusiasmo e la fermento che animano le nuove generazioni su questo tema. La partecipazione di oltre 2.000 studenti da 80 università italiane è un segnale di speranza e un invito a guardare con fiducia al futuro.
In questo contesto, abbiamo intervistato la professoressa Valéry Michaux docente di strategia, previsione strategica e intelligenza economica della Neoma Business University (annoverata tra le migliori business school d'Europa con sedi a Rouen, Reims e Parigi), che ha da poco lanciato il Master in Trasformazioni della Sostenibilità, ottimo esempio di percorso formativo innovativo e interdisciplinare.
Dal suo punto di vista, cosa pensano i giovani laureati del cambiamento climatico?
Per molto tempo il cambiamento climatico è rimasto qualcosa di astratto. Poi, i media e i social network ci hanno esposto ampiamente a foto, video, dati concreti e spaventosi. Le ricerche dimostrano che questa comunicazione incessante ha avuto un impatto significativo sulla sensibilizzazione delle giovani generazioni. A questo riguardo, gli studi del Pew Research Center (2021) sottolineano in modo oggettivo che la generazione tra i 18 e i 29 anni si sente più preoccupata di altre per il cambiamento climatico ed è quindi disposta a impegnarsi maggiormente in azioni concrete rispetto alle altre generazioni. Ma la ricerca mostra anche che questa eccessiva comunicazione sugli impatti drammatici del cambiamento climatico ha, allo stesso tempo, suscitato una forte eco-ansia tra i giovani.
Può fornirci qualche dato in più?
Una ricerca pubblicata nel 2021 da The Lancet Planetary Health mostra che il 58% dei giovani tra i 16 e i 25 anni di 10 Paesi (Europa, Stati Uniti, ecc.) è “molto” o “estremamente preoccupato” per i cambiamenti climatici (10.000 soggetti analizzati). Il 56% di loro pensa che l'umanità sia destinata a scomparire e che i politici non facciano nulla. Allo stesso modo, in un altro studio pubblicato su Nature, i tre quarti degli intervistati ritengono che il futuro sia spaventoso e provano un senso di tradimento da parte degli adulti in generale e dei governi in particolare.
Cosa una docente può insegnare ai giovani laureati, quindi alla generazione che domani dovrà fare davvero qualcosa di concreto?
La nostra responsabilità come istituto di istruzione superiore è diventata proprio quella di mostrare l'altra faccia della medaglia. Abbiamo reso obbligatorio per tutti gli studenti un modulo di e-learning sul tema del cambiamento climatico. Naturalmente, l'obiettivo è quello di oggettivare la situazione del mondo e dell'Europa in relazione alla biodiversità, all'inquinamento dell'acqua, dell'aria e del suolo, ai problemi idrici e al riscaldamento globale. L'obiettivo principale è quello di condividere le soluzioni!
Per trasmettere questa “cultura della soluzione climatica”, alcuni studenti hanno avuto l'opportunità di partecipare a un workshop immersivo per pensare meglio alle soluzioni a livello individuale: misure di risparmio energetico da mettere in pratica facilmente, una migliore gestione degli acquisti di vestiti, più cibo a base vegetale, locale e cucinato in casa, vacanze nelle vicinanze e capitalizzare meglio i viaggi a lunga distanza, un maggiore uso dei trasporti pubblici, ecc.
Quali sono gli ambiti in cui c'è più richiesta e come le generazioni del futuro pensano alla trasformazione della sostenibilità. In altre parole, quale potrebbe essere il ruolo dei giovani nel futuro dell'ambiente?
Agli studenti viene spiegato che le loro azioni cumulative contribuiranno per il 25% agli sforzi per combattere il riscaldamento globale, quindi il restante 75% necessita di una profonda trasformazione dell'economia.
Agli studenti viene mostrato che le decisioni recentemente prese dall'Europa nell'ambito del Green Deal stanno iniziando a essere attuate. Esse cambieranno gradualmente l'intera economia. È questo entusiasmo che cerchiamo e vogliamo condividere con i nostri studenti. Sono proprio le ricerche che dimostrano che è la speranza a coinvolgere, non la paura!
A tal proposito, la seconda stagione del programma di e-learning si concentrerà sulle soluzioni che si stanno implementando nelle aziende in tutta Europa grazie alle politiche europee di Green Deal: economia circolare, nuovi modelli economici, nuova reportistica ESG, ecc. In questo modo, sarà possibile avere una generazione di studenti che entrerà nelle aziende con una forte cultura delle "soluzioni", indipendentemente dalla professione a cui aspira. Allo stesso tempo, abbiamo creato un MSc Sustainability Transformations per specializzare i nostri studenti in posizioni di gestione ESG/CSR con un know-how molto più operativo e preciso: coinvolgimento degli stakeholder lungo tutta la catena del valore, diagnosi dell'azienda in materia di ESG/CSR, valutazione degli impatti e delle dipendenze dell'azienda dal suo ambiente, definizione di obiettivi virtuosi e progressivi, strategia per raggiungere questi obiettivi, monitorati nel tempo, ecc.
È importante distinguere gli studenti che ricevono una "cultura della soluzione climatica" e quelli che diventano esperti. Infatti, noi utilizziamo le competenze di questi studenti per formare meglio altri studenti e collaborare con le aziende.