Cos’è l’ecoansia e come si cura. Lo psichiatra: “serve ascolto e preparazione sul tema”

Ecoansia è un neologismo nato per spiegare la preoccupazione psicologica per il cambiamento climatico. La Gen Z è la protagonista, sono i giovani i più interessati alla questione ambientale e i più combattivi ma sono anche coloro che possono incorrere in disturbi psichiatrici legati all’ansia. Per aiutarli occorre innanzitutto ascolto ma anche un’adeguata formazione in materia.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Evelyn Novello 22 Gennaio 2024
* ultima modifica il 22/01/2024
Intervista a Dott. Matteo Innocenti Psichiatra e psicoterapeuta

La crisi climatica è un problema anche per la salute mentale. Ecoansia è il neologismo utilizzato per riferirsi alla preoccupazione per i danni ambientali sempre più consistenti che stanno devastando il nostro Pianeta e a soffrirne sono soprattutto i più giovani. Si documentano, studiano, protestano nelle piazze, chiedono cambiamenti radicali alle istituzioni, oppure optano per azioni più intime e quotidiane ma, intimoriti per le conseguenze che ci potranno accadere, si sentono impotenti, e soffrono. Tra le estreme conseguenze, la perdita di interesse nel futuro e una mancata progettualità che può includere anche la scelta di non fare figli e di trascurare gli studi.

Chi prova ecoansia, come qualsiasi altra tipologia di ansia, può rivolgersi a un terapeuta per iniziare un percorso di psicoterapia. Ma i terapisti sono pronti ad affrontare questa "nuova" problematica? Hanno gli strumenti adatti? Ne abbiamo parlato con il dott. Matteo Innocenti, psichiatra e psicoterapeuta che ci spiega cosa provano i ragazzi, di cosa hanno bisogno per stare meglio e quale formazione gli esperti di salute mentale dovrebbero intraprendere per rispondere a questi bisogni emergenti.

Cos'è l'ecoansia

Coniato dal filosofo australiano Glenn Albrecht, il termine "ecoansia" definisce la "paura cronica del disastro ambientale", il timore per tutto ciò che è legato al cambiamento climatico, dalla perdita della biodiversità all’inquinamento. "Ecoansia è un'emozione – spiega Innocenti – come la paura, la tristezza o la felicità, quindi non si tratta di una patologia. L'ansia è una nostra risposta adattiva razionale perché ci porta ad assumere comportamenti per risolvere il problema". 

Ad esserne colpita soprattutto la Gen Z che ha una sensibilità particolare verso la tematica ambientale. "La si può trovare in modo più o meno evidente in chiunque – evidenzia il medico – ma di solito i ragazzi sentono molto di più l'impellenza, hanno una visione più realistica del problema. Poi ci sono alcuni fattori che ne aumentano la portata come la disinformazione fatta di notizie catastrofiche e sensazionalistiche, decisioni politiche inadeguate e casi di greenwashing".

Sintomi e conseguenze

Chi prova ecoansia è ben consapevole e informato sui motivi legati ai cambiamenti climatici e, quindi, anche del futuro che li – e ci – attende. "Alcune frasi che sento dire ai miei pazienti sono che non vogliono fare figli perché non vogliono farli assistere alla rovina dell'ambiente, che sono arrabbiati con le istituzioni e che le loro azioni non servono a niente. Si sentono frustrati, non ascoltati, non hanno speranze nel futuro e questo si ripercuote nelle loro scelte perché perdono speranza nella progettualità di vita" precisa Innocenti.

Ecoansia, quindi, non è l'ansia provata sporadicamente nell'ascoltare una notizia climatica negativa, è un pensiero costante che "può portare a disturbi già conosciuti in psichiatria come ansia generalizzata, insonnia, disturbi di panico, etc. Proprio le patologie che andremo a curare".

Come si cura

Passiamo, quindi, alle soluzioni. Nel caso in cui si renda necessaria la psicoterapia, i ragazzi troveranno esperti adeguatamente formati? "I ragazzi ne vogliono parlare con qualcuno che sia preparato e molti psicologi non padroneggiano questo tema – spiega Innocenti. – Vogliono essere ascoltati e capiti, chiedono vicinanza. Chi soffre di ecoansia ha una sensibilità ambientale e politica specifica e il terapeuta deve essere preparato su tutti i temi attuali, non solo ambientali ma anche gender studies e antispecismo, ad esempio".

Una diversa e più ricca formazione deve comprendere "i nuovi metodi di gestione e cura dell'ecoansia – suggerisce lo psichiatra. – Si stanno sviluppando logiche di terapia ambientale come il forest bathing perché la natura ha effetti benefici sulla nostra salute. Un consiglio che do di solito ai miei pazienti è quello di impegnarsi in azioni ambientali consapevoli, però, che questi loro comportamenti non elimineranno il problema. Devono continuare a farlo, però, per contribuire alla causa e per sentirsi utili".

La natura ha un potere incredibile, se pensi di soffrire di ecoansia, ciò che devi fare è ritrovare proprio la connessione con essa. "È molto utile fare rete – conclude il medico – parlarne e capire se altre persone hanno idee come le nostre e poi riscoprire il contatto con la natura e concentrarsi sul presente, sui qui e ora. Se sei preoccupato per l'ambiente trai beneficio da esso e apprezzalo, solo così sentirai di combattere per una causa vera".

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.