Via libera alle cartelle cliniche elettroniche condivise in tutta Europa: come funzionano e quando arriveranno

Il Parlamento Europeo ha approvato l’istituzione dello Spazio europeo dei dati sanitari. Come già avviene in Italia con il fascicolo sanitario si tratta di una piattaforma che consentirà a tutti cittadini europei di avere accedere alle cartelle cliniche elettroniche in qualunque paese d’Europa.
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Kevin Ben Alì Zinati 29 Aprile 2024
* ultima modifica il 29/04/2024

Una sanità sempre più connessa ed europea.

Una garanzia insomma per fare in modo che se dovessi recarti in un ospedale di un Paese europeo, tutti i tuoi dati sanitari, delle allergie alle prescrizioni farmacologiche fino alle esenzioni per patologia, alle vaccinazioni o ai ricoveri precedenti sarebbero a completa disposizione dei medici: esattamente come se fossi in Italia.

È ciò a cui punta il Parlamento di Strasburgo con l’istituzione delle cartelle cliniche elettroniche condivise e accessibili in qualunque paese d’Europa.

Nei giorni scorsi infatti gli europarlamentari hanno approvato in via definitiva l’accordo interistituzionale che porterà alla creazione del cosiddetto Spazio europeo dei dati sanitari.

Sulla scia di quanto, per esempio, avviene già in Italia con il fascicolo sanitario, ogni cittadino del Vecchio Continente potrà accedere ai propri dati sanitari in formato elettronico da qualunque Stato membro diverso da quello in cui vive: lo stesso però potranno fare anche medici e personale sanitario, che avranno così il modo di consultare i fascicoli dei pazienti che stanno assistendo.

Il regolamento Ue permetterà poi di trasmettere i dati in modo sicuro agli operatori sanitari di altri Paesi europei attraverso la piattaforma MyHealth@EU: un processo estremamente utile per esempio per tutti coloro che decidono di trasferirsi in un altro Stato.

L’interconnessione sanitaria ovviamente non potrà prescindere da un alto livello di sicurezza per la tutela della privacy e delle informazioni sensibili.

Chiunque, poi, potrà comunque rifiutare l’accesso ai propri dati da parte dei professionisti o a fini di ricerca, ad eccezione di determinati scopi di interesse pubblico, politici o statistici.

Inoltre, tutti i pazienti dovranno inoltre essere informati ogni volta che si accede ai loro dati e avranno il diritto di richiedere la correzione di quelli sbagliati.

I dati, anonimi, invece, potranno essere utilizzati per scopi di interesse pubblico, come la ricerca, l’elaborazione di statistiche o di politiche (il cosiddetto uso secondario) oppure potrebbero rientrare nei database per la ricerca di nuovi potenziali trattamenti per le malattie rare.

Saranno vietati invece gli usi per scopi commerciali come la pubblicità, la valutazione delle richieste di assicurazione, delle condizioni di prestito o l'assunzione di decisioni sul mercato del lavoro.

Per vedere una sanità collegata in ogni angolo d’Europa, tuttavia, ci vorrà ancora un po’ di tempo.

L’accordo provvisorio infatti deve ancora essere formalmente approvato dal Consiglio, poi una volta che verrà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'UE, entrerà in vigore 20 giorni dopo.

Il regolamento comincerà ad essere applicato 2 anni dopo, con alcune eccezioni, tra cui l'uso primario e secondario delle categorie di dati, che si applicheranno 4 o 6 anni dopo, a seconda della categoria.

Fonte | Parlamento europeo

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.