Il “Regno del Pianeta delle Scimmie” e il virus che colpisce gli esseri umani: quando cinema e realtà storica si intrecciano

Nel “Regno del Pianeta delle Scimmie”, l’ultimo film del franchise appena uscito al cinema, torna la storia della guerra tra scimmie ultra intelligenti e uomini. Una realtà, ovviamente finzionale, dominata dalla diffusione di un virus pandemico fatale per gli uomini (e molto simile a ebola) e capace invece di moltiplicare le capacità del cervello delle scimmie.
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Kevin Ben Alì Zinati 15 Maggio 2024
* ultima modifica il 15/05/2024

Anche questa volta la vicinanza tra cinema e realtà è forte. “Il Regno del Pianeta delle Scimmie” ha per protagonisti primati umanissimi che, come noi, parlano, vivono organizzate in comunità e lottano per la sopravvivenza.

Alla base dell’intero franchise, tuttavia, c’è un altro elemento che caratterizza molto bene la storia umana e che da qualche anno ha un ruolo estremamente presente nelle nostre vite: l’epidemia di un virus.

Sarà anche per questa familiarità narrativa con Covid-19 (e non solo) che il nuovo capitolo di questa saga cinematografica, diretto dallo statunitense Wes Ball oggi sta letteralmente sbancando i botteghini di tutto il mondo?

Difficile dirlo, fatto sta che nel secondo weekend di maggio è stato il film più visto nelle sale di Stati Uniti e Canada, con un incasso di 56,5 milioni di dollari mentre in Italia ha sfiorato il milione di euro, debuttando comunque al primo posto.

Tutto partirebbe dall’epidemia di una cosiddetta “influenza scimmiesca” veicolata da due virus, ribattezzati ALZ-112 e poi ALZ-113. ALZ-112, come raccontano diversi siti dedicati all’universo creato dal romanziere francese Pierre Boulle nel 1963, è un retrovirus sviluppato artificialmente in laboratorio al fine di trovare una cura al morbo di Alzheimer.

I primi esperimenti effettuati sulle scimmie erano stati un successo perché erano riusciti a migliorare notevolmente l’intelligenza degli animali contro la malattia. Una volta sperimentato anche sull’uomo, il virus si era dimostrato apparentemente capace anche di curare il padre di uno dei protagonisti della storia, seppur in maniera temporanea.

Affinché gli effetti potessero essere longevi e permanenti negli umani, gli scienziati si sono così messi al lavoro dando origine a un secondo ceppo virale, più potente ma estremamente più contagioso e instabile che, alla fine, è sfuggito di mano.

Il virus Alz-113, si è diffuso in tutto il Pianeta rivelando in breve tempo fatale per gli esseri umani e di fatto, per gran parte dell’Umanità.

La pandemia di influenza scimmiesca guidata dalla diffusione del nuovo ceppo virale ha invece privilegiato i primati. Il cervello delle scimmie, infatti, ha potuto moltiplicare a dismisura le proprie cellule che sono diventate abilissime nell’auto-ripararsi. Ciò ha dotato questi animali di un’intelligenza evoluta e potenziata.

Negli esseri umani, invece, gli effetti sono stati devastanti perché il nostro sistema immunitario decisamente più debole di quello delle scimmie, non ha retto il confronto con il virus. Non per tutti, però: anche nella finzione narrativa, infatti, sono stati inseriti alcuni individue geneticamente immuni.

Secondo diverse teorie cinematografiche supportate dai fan, l’epidemia del virus ALZ-113 negli uomini ricorderebbe molto quella di ebola, poiché entrambe appaiono caratterizzate da una febbre emorragica, costanti sanguinamenti da naso, occhi, orecchie e bocca prima della morte.

La storia epidemiologica del Pianeta della Scimmie si infittisce e si arricchisce ancora di più quando il virus subisce un’ulteriore mutazione. Nel film precedente, “La Guerra del Pianeta delle Scimmie”, infatti viene raccontato che il virus, anziché uccidere gli esseri umani, colpisce il loro cervello (anche quello di chi prima era immune) danneggiando l’area deputata al linguaggio e rendendo gli infetti incapaci di comunicare con gli altri.

Il virus originariamente creato dall’uomo e testato sulle scimmie finisce insomma per riportare il proprio creatore a un livello primordiale.

Pur trattandosi di finzione, ovviamente, i contorni della storia della guerra tra scimmie ultra intelligenti e esseri umani falcidiati da un virus (in questo caso sviluppato in laboratorio) oggi colpisce. Lasciando stare cosa potrebbe riaccendere, se ricordi o paure, la diffusione di un virus e le sue drammatiche conseguenze viste al cinema oggi dovrebbero quantomeno servire per non sottovalutare nessun rischio.

Ricordi cosa ci ha detto David Quammen, un altro scrittore, sull'influenza aviaria, per esempio?

Fonte | Iss

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