Gli integratori di vitamina D sono utili per prevenire le fratture? I risultati di un nuovo studio

Un recente studio mette in dubbio l’utilità degli integratori di vitamina D nella prevenzione delle fratture. È vero, allora, che non ti servono per proteggere le tue ossa?
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Dott.ssa Silvia Soligon Biologa nutrizionista
5 Settembre 2022 * ultima modifica il 05/09/2022

Da tempo ti senti dire che potresti esserne carente e che assumerla sotto forma di integratori potrebbe aiutarti a proteggere la tua salute da diversi punti di vista, incluso quello delle ossa. Ma un recente studio, pubblicato sul prestigioso New England Journal of Medicine (NEJM), mette in dubbio l'efficacia dei prodotti a base di vitamina D nella prevenzione delle fratture. Dovresti, forse, smettere di assumerli? Cerchiamo di fare chiarezza.

Vitamina D e fratture: qual è il legame?

La vitamina D è un micronutriente importante per la salute delle ossa, perché favorisce l'assorbimento intestinale di calcio, un altro micronutriente fondamentale per il benessere dello scheletro. Durante lo sviluppo, fino a circa i 30 anni di età, il calcio viene accumulato all'interno dell'osso, rendendolo, sostanzialmente più resistente. Ossa più fragili, come quelle colpite dall'osteoporosi, sono più soggette a fratture; per questo sia il calcio sia la vitamina D sono spesso consigliati proprio per ridurre il rischio di ritrovarsi alle prese con un osso rotto.

Ma c'è anche un altro motivo per cui si ritiene che avere a disposizione una dose adeguata di vitamina D protegga le ossa dalle fratture. Quando i livelli di calcio nel sangue sono bassi, questa vitamina permette di recuperarne un po' proprio dalle ossa. Questo potrebbe rendere l'osso più fragile e, quindi, più soggetto a fratture. Per questo potresti aver sentito dire che è importante soddisfare non solo i tuoi fabbisogni quotidiani di vitamina D, ma anche quelli di calcio: per garantirti ossa robuste.

Il nuovo studio

Il nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine (VITAL – Vitamin D and Omega-3 Trial) ha valutato l'incidenza di fratture totali, non-vertebrali e dell'anca in oltre 25 mila uomini e donne, confrontando circa 13 mila individui che hanno assunto un integratore di vitamina D (2.000 UI al giorno) con circa 13 mila individui che, invece, hanno assunto un placebo. Dopo una media di 5,3 anni, gli autori dello studio non hanno rilevato nessuna differenza nell'incidenza di nessuno dei tipi di fratture studiate.

«L'integrazione con vitamina D3», concludono i ricercatori sulle pagine del NEJM, «non ha prodotto nessuna riduzione significativa del rischio di fratture rispetto al placebo fra [una popolazione di] adulti sani di mezza età o anziani». La loro conclusione non è cambiata nemmeno dopo aver tenuto in considerazione le caratteristiche dei partecipanti all'inizio dello studio, incluso il livello di vitamina D nel sangue.

La vitamina D non serve?

A un primo impatto, questa conclusione sembra non lasciare scanso a dubbi: la vitamina D, così come assunta dai partecipanti dello studio VITAL, non serve a prevenire le fratture. Tuttavia, un'analisi più dettagliata mette in evidenza alcuni limiti di questo studio, che, prima di tutto, non aveva tra i suoi primi obiettivi analizzare l'efficacia degli integratori di vitamina D nella prevenzione delle fratture. Infatti, lo studio VITAL era stato inizialmente pensato per valutare l'efficacia di questi e di altri integratori nella prevenzione dei tumori e delle malattie cardiovascolari; per questo i partecipanti non sono stati selezionati sulla base di fattori di rischio per la salute delle ossa o per le fratture, in particolare carenza di vitamina D, bassa densità ossea o osteoporosi. Questo non permette di escludere del tutto eventuali benefici dell'integrazione di vitamina D che, in effetti, è risultata efficace in altri studi, in particolare per ridurre il rischio di fratture non-vertebrali e dell'anca. E il fatto che quello pubblicato sul NEJM sia più recente non è sufficiente per rendere più “veri” i suoi risultati

Un secondo limite sta nella quantità di vitamina D assunta quotidianamente. Infatti lo studio VITAL ha previsto l'assunzione di un unico dosaggio vitamina D e questo non permette di escludere del tutto l'efficacia di altri dosaggi.

Infine, gli autori di questo nuovo studio non hanno preso in considerazione un altro importante fattore di rischio per la salute delle ossa: i livelli di calcio. Anzi, ai partecipanti è stato esplicitamente vietato di assumere integratori contenenti dosi elevate di questo nutriente. Come sottolineato dai responsabili dello studio «nessuno si ritroverà carente di calcio perché sta partecipando allo studio VITAL». Tuttavia, così come impostato, lo studio non permette di valutare l'efficacia della combinazione fra integratori di vitamina D e integratori di calcio.

Cosa fare?

Dopo la pubblicazione di questi nuovi risultati dello studio VITAL, diversi esperti del settore hanno espresso la propria opinione. I pareri sono contrastanti. Qualcuno ha dichiarato che andrà avanti a fare quello che ha fatto finora: prescrivere ai pazienti con fattori di rischio per le fratture l'assunzione combinata di vitamina D e calcio. Altri hanno consigliato ai colleghi di smettere di consigliare sia l'assunzione di integratori di vitamina D sia le analisi del sangue per valutare eventuali carenze.

Io ti consiglio di non prendere nessuna decisione in autonomia: consultati con il tuo nutrizionista o con il tuo medico per valutare la soluzione più adatta al tuo caso. Ti ricordo che il rischio che tu sia carente di vitamina D dipende da diversi fattori, incluso quanto tempo esponi la tua pelle al sole senza proteggerla con adeguati schermi anti-Uv. Infatti la vitamina D nel tuo corpo deriva soprattutto dalla sua sintesi nella pelle, che è stimolata proprio dai raggi Uv e che viene inevitabilmente ridotta dalla presenza di filtri anti-Uv nei cosmetici che utilizzi per ridurre il tuo rischio di tumori. D'altra parte, la vitamina D che puoi assumere con il cibo non è molta. La trovi, sostanzialmente, nel pesce grasso (come salmone e sgombro), nel tuorlo d'uovo e in pochi altri alimenti. Non sottovalutare, quindi, la possibilità di non averne a disposizione abbastanza per garantirti ossa forti e, se hai qualche dubbio, condividilo con un esperto qualificato che sappia darti un consiglio tenendo in considerazione tutte le tue caratteristiche individuali.

Laureata in Scienze Biologiche con un dottorato in Scienze Genetiche e Biomolecolari, ha lavorato nel campo della ricerca fino al 2009 altro…
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.