Gli storici diving center della Sardegna settentrionale si uniscono per tutelare il Parco dell’Asinara

Cinque diving center si uniscono in un’associazione per collaborare con il Parco dell’Asinara e l’Area marina protetta. Un progetto virtuoso che si vuole prendere cura dell’ambiente marino e che per farlo si occuperà anche di individuare le aree in cui la massiccia presenza di rifiuti minaccia seriamente la biodiversità. Intervista a Giuseppe Dettori, Diving Manager e Presidente dell’Associazione.
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Gaia Cortese 5 Giugno 2020

"Only One Earth" è lo slogan con cui è stata celebrata la prima Giornata Mondiale dell’ambiente. Era il 1974 e questa giornata venne istituita grazie alla volontà di John McConnell, attivista e pacifista, molto attento e sensibile alle problematiche ambientali.

Quando si parla di ambiente, si pensa a tutto ciò che vediamo in superficie, animali, piante, alberi e fiori, ma circa il 71 per cento del pianeta Terra è coperto da acqua e tutti sappiamo in quali condizioni riversano oggi mari e oceani. Le condizioni generali dell’ambiente marino sono peggiorate molto rapidamente negli ultimi anni, dovendo fronteggiare diversi problemi come l’inquinamento, gli effetti dovuti al cambiamento climatico e la pesca incontrollata a fini commerciali.

Per tutelare uno dei mari più belli d’Italia, in Sardegna, il Parco dell’Asinara, l’Area marina protetta e i principali diving center di quest’area si sono uniti per creare un’associazione volta a sviluppare progetti e tematiche di salvaguardia e promozione dell’ambiente marino. È nata così, all’inizio di quest’anno, Associazione AMP Asinara Diving, con l’obiettivo di sviluppare progetti e tematiche ambientali a salvaguardia dell’ambiente marino.

Abbiamo rivolto alcune domande a Giuseppe Dettori, Diving Manager e Presidente dell'Associazione, per capire come si sta organizzando l'associazione e come a livello pratico vuole occuparsi della tutela dell'ambiente marino.

Come è nata l’idea di creare questa associazione?

È nata da una collaborazione, quasi casuale, di fine estate 2019, che ha unito in forza tutti i diving che operano nell’area marina protetta Isola dell’Asinara, In seguito, su proposta del Direttore del Parco Dott. Gazale, è stata concepita per dare continuità allo spirito collaborativo tra il Parco e i diving e per sviluppare progetti e tematiche ambientali a salvaguardia dell’ambiente marino. Dalle attività più rappresentative della Area Marina Protetta si è poi deciso all’unanimità di costituire un'associazione che potesse rappresentare tutti i diving sotto un unico logo rappresentativo. Così è nata l’Associazione Amp Asinara Diving, composta dal Cala D’oliva Diving Center, Scuola di Immersione i Sette Mari, Sea Project Castelsardo, Stintino Diving Club e Roccaruja Diving Center. Alcuni diving center hanno un'esperienza ultra ventennale e sono profondi conoscitori dell’ambiente marino dell'area, oltretutto sono presenti sul territorio fin dalla nascita del Parco Nazionale AMP Isola dell’Asinara.

"Ci impegneremo al massimo, obbligati a dare sostegno all’ambiente marino, che a noi ha dato tanto".

Gli associati hanno tutti partecipato alla stesura dello statuto, impegnandosi al mantenimento e ampliamento dei requisiti richiesti, come il Marchio di Qualità del Parco per la sostenibilità ambientale e il riconoscimento della Carta Europea del turismo sostenibile; vengono poi rispettate le normative vigenti, gli elevati standard di sicurezza sia nelle immersioni sia nell’insegnamento dei corsi sub, le assicurazioni a copertura delle attività svolte in mare, l'affidabilità dei mezzi nautici e l'utilizzo di attrezzature subacquee all’avanguardia.

Qual è lo scopo dell’associazione?

Lo scopo è quello di cercare di essere un punto di riferimento per il Parco, per tutte le attività subacquee e per chiunque voglia affacciarsi al mondo subacqueo, sia con le bombole, ma anche semplicemente con pinne e maschera; ma soprattutto di ampliare e trasmettere, a partire dai più giovani che saranno le generazioni future, quell’educazione ambientale fatta di conoscenza e rispetto per la salvaguardia di un ambiente, fragile e in serio pericolo, soprattutto per la presenza ormai nota a tutti, di plastiche e microplastiche che danneggiano, inquinano e uccidono gli abitanti di questo affascinante mondo marino.

L’esperienza, la conoscenza e i cambiamenti dei fondali dell’Asinara saranno messi a disposizione dei ricercatori universitari, nella compilazione di schede di ricognizione di progetti internazionali come Neptune e altri progetti di ricerca scientifica ambientale come Clean Sea Life, solo per citarne alcuni. Siamo ambiziosi, siamo chiamati e ci dobbiamo sentire dei privilegiati per quello che facciamo e ci impegneremo al massimo, obbligati a dare sostegno all’ambiente marino, che a noi tanto ha dato. Da sempre sfruttato, poco rispettato, contaminato nelle più remote profondità, ora ha bisogno di noi, non c'è più tempo.

Di cosa tratta Clean Sea Life?

Clean Sea Life è un progetto cofinanziato dall’Unione Europea che vuole aumentare l’attenzione del pubblico sulla quantità di rifiuti presenti nei mari e negli oceani, così come su spiagge e coste. Ne siamo tutti responsabili e l’impegno per tutelare l’ambiente dovrebbe essere condiviso tra tutti. Oltre alle attività di sensibilizzazione, il progetto Clean Sea Life sta compilando una mappa per evidenziare le aree in cui l’accumulo di rifiuti rappresenta un grave rischio per la biodiversità. Non solo. Clean Sea Life lavora per studiare e mettere in pratica i migliori interventi per la prevenzione e la gestione dei rifiuti marini.