
Ti sei mai chiesto quanto inquina l'alimento che stai mangiando? Sia il ciclo produttivo che il metodo di cottura generano delle quantità di CO2 che dovremmo conoscere per essere pienamente consapevoli della nostra carbon footprint e, per aiutarci in questo, la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), ha stilato una classifica degli alimenti più dannosi per l'ambiente e per la nostra salute.
Come potevamo prevedere, la carne rossa si aggiudica il primo posto, per un chilo di manzo, infatti, si rilasciano in atmosfera 59,6 chili di CO2, dato ottenuto sommando "tutte le varie fasi che vanno dalla produzione alla vendita: cambiamenti del suolo, allevamento, mangimi per animali, lavorazione, trasporto, vendita, packaging (dati Obc Transeuropa, ndr)", si legge in una nota di Sima. Scendendo lungo i gradini del podio, troviamo di nuovo alimenti di origine animale. Al secondo posto c'è l'agnello con 24,5 chili di CO2 prodotti per chilo di carne e al terzo il formaggio con 21,2 chili di CO2 per chilo di prodotto.
"I prodotti di origine animale sono quelli che causano il quantitativo più elevato di emissioni di CO2, mentre prodotti a base di cereali, frutta e verdura costituiscono i prodotti più ecosostenibili – aggiunge Sima -. In Italia si stima che l'85% delle emissioni nel settore alimentare riguardi proprio cibi di origine animale". Se volessimo confrontare questi dati con quelli di un'altra ricerca, potremmo prendere come esempio l'indagine dell'Università di Oxford che ha preso in esame oltre 57mila cibi venduti nei principali supermercati e, di nuovo, ai primi due posti ci sono manzo e agnello. Proseguendo, troviamo in classifica anche alimenti vegetali come cioccolato (18,7 kg di CO2) e caffè (16,4 kg di CO2).
Come ti avevamo anticipato prima, una buona fetta di inquinamento deriva anche dal metodo di cottura. Secondo Sima, "l'utilizzo del carbone come metodo di cottura arreca il massimo danno sia sul fronte ambientale che su quello della salute umana". Ma anche le cucine a gas possono arrecare problemi: "circa 700mila bambini nell'Ue e 234mila in Italia presentano ogni anno sintomi dell'asma riconducibili all'uso del gas per le cotture degli alimenti, con costi sanitari in Europa pari a 3,5 miliardi di euro all'anno", afferma il presidente Alessandro Miani.