I lemuri ballerini sono a rischio estinzione, ma una nuova nascita fa ben sperare

Si chiama Kintana ed è il primo lemure ballerino a nascere in Europa. Ma perché non è nato in Madagascar?
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Sara Polotti 6 Marzo 2023

Un fiocchetto davvero promettente, ma che allo stesso fa riflettere: al Chester Zoo, nel Regno Unito, è nato un esemplare di lemure ballerino, considerato a rischio estinzione nel suo habitat naturale.

Gli esperti e le esperte sono contentissimi della notizia, ma allo stesso tempo questa nascita diventa pretesto per pensare a quanto anche gli habitat naturali abbiano bisogno di cura e protezione.

I Propithecus coquereli

Originario del Madagascar, il lemure Propithecus coquereli è un piccolo primate erbivoro (si nutre di foglie) chiamato anche lemure ballerino per la sua particolarità: si muove infatti puntando alla verticalità e mantenendo una posizione verticale, saltando e tenendosi in equilibrio. È a questa specie che si ispira il Re Julien del film d'animazione Madagascar.

E proprio qui, in Madagascar, i lemuri ballerini si chiamano "sifaka": il nome deriva dalla parola che indica il modo con cui questi animali si muovono tra gli alberi, "shif-auk".

Da tempo è considerato dalle autorità competenti come una specie a rischio, e in particolare è stato recentemente classificato come Critically Endangered dalla UICN Red List,

Kintana

Il Chester Zoo ha annunciato nei giorni scorsi la nascita di Kintana, primo esemplare di Propithecus coquereli a nascere su suolo europeo.

Il nome è stato scelto dai donatori e dalle donatrici dello zoo, che attraverso queste donazioni contribuiscono alla cura e alla protezione degli animali a rischio estinzione di tutto il mondo.

"Questo prezioso ultimo arrivato", dicono dal sito, "è nato dai genitori Beatrice (10 anni) ed Elliot (10), a 18 mesi dal loro arrivo dagli Stati Uniti. Si tratta dell'inizio di un programma di vitale importanza per la conservazione, ideato per proteggere i primati a elevato rischio d'estinzione".

La conservazione in cattività

La notizia è positiva e importantissima, ma guardando nelle pieghe della situazione non si può non pensare a quanto questo sia assurdo. Gli animali in pericolo d'estinzione – per motivi diversi che vanno dalla semplice praticità fino al cambiamento climatico che non gli consente più di vivere nel loro habitat – spesso vengono salvati in cattività o comunque in situazioni di gran lunga lontane rispetto all'ambiente che naturalmente li accoglierebbe.

Il lavoro svolto dagli zoo più seri (e non quelli "alla vecchia", che sorgevano con il solo intento di mostrare animali esotici a visitatori grandi e piccoli) è quindi fondamentale per la conservazione della specie, ma sarebbe opportuno continuare comunque i tentativi di salvataggio in natura. Non solo per garantire agli animali in via d'estinzione l'habitat più corretto, ma anche per sostenere la biodiversità dei vari ambienti naturali, il cui equilibrio si fonda anche sulla presenza di determinate specie animali.

Alcune istituzioni, come il Chester Zoo, lavorano dunque su due fronti, cercando di allargare la popolazione animale e intervenendo sugli habitat per salvarne le caratteristiche.