
La deforestazione è una piaga che non colpisce solamente l'Amazzonia. Anche in Africa, a causa dello sfruttamento per scopi agricoli e industriali, vengono perdute enormi porzioni di superficie coperta da vegetazione.
La foresta pluviale rappresenta però una risorsa irrinunciabile per le popolazioni indigene come i pigmei Aka che vivono in maggioranza nella Repubblica Centrafricana e che oggi rischiano seriamente di scomparire.
A lanciare l'allarme Global Forest Watch, una piattaforma impegnata nel monitoraggio e nella tutela della foresta secondo cui, in soli vent'anni, tra il 2001 e il 2021, sono stati distrutti, nellaRepubblica Centrafricana, 193.000 ettari di foresta pluviale: il 21% della copertura arborea totale di quel territorio.
Fino al 2018 si stima che vivessero almeno 100 mila pigmei Aka nella fitta e rigogliosa foresta dell'Africa centrale, che si estende tra il sud della Repubblica Centrafricana e il nord del Congo. Diverse fonti raconto che secondo Global Forest Watch la presenza di questa popolazione indigena è sempre più minacciata dall’aumento della deforestazione incontrollata.
Per secoli la foresta ha consentito il sostentamento delle popolazioni indigene, fornendo loro risorse naturali, cibo e protezione. Oggi la deforestazione sta sottraendo ai pigmei Aka un bene indispensabile e li costringe e spostarsi, con il rischio di entrare in conflitto con altre comunità.
I danni della deforestazione, afferma Global Forest Watch, sono particolarmente evidenti a Mbata – nella regione di Lobaye, 110 km a sud della capitale Bangui -, dove l'uomo disbosca ormai dall’inizio degli anni Ottanta. Lì, la perdita di superficie forestale ha cambiato le abitudini e le tradizioni ancestrali degli Aka.
Questa popolazione, come ha spiegato Lopez Dacko, presidente dell'Alleanza per lo sviluppo dell'ambiente e della cultura dei Pigmei Aka, "vive solo di caccia, pesca e raccolta. Il loro stile di vita dipende essenzialmente dalla foresta".
Le foreste pluviali svolgono una funzione cruciale anche per quanto riguarda il contrasto dei cambiamenti climatici: oltre ad agire sulle precipitazioni, sono in grado di trattenere calore e assorbire moltissima anidride carbonica, migliorando la qualità dell’aria del nostro Pianeta