Il Delta del Po è una delle aree più preziose dal punto di vista ambientale del nostro Paese. È un'importante zona umida, inserita nella lista delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) della Rete Natura 2000, e nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'UNESCO.
Tuttavia, questa straordinaria ricchezza naturale è minacciata dal bracconaggio (e non solo, purtroppo), che rappresenta un'emergenza sempre più grave. Un recente video realizzato dai volontari del WWF di Rovigo ha documentato l'utilizzo di richiami elettroacustici vietati dalla legge in diversi appostamenti di caccia alle anatre migratrici, presso Laguna Vallona.
Questi richiami, che imitano i versi degli uccelli selvatici, consentono di attirare le prede a tiro dei bracconieri. Il loro utilizzo è vietato in Italia dal 2009, in quanto costituisce un metodo di caccia particolarmente lesivo per gli animali.
La denuncia del WWF è stata ripresa dal consigliere regionale Andrea Zanoni, che ha presentato un‘interrogazione parlamentare per chiedere alla Regione Veneto di intervenire per fermare il bracconaggio nel Delta del Po.
Il bracconaggio è un problema grave che minaccia la biodiversità del Delta del Po. È necessario che le istituzioni intervengano con decisione per fermare questa attività illegale e tutelare questo prezioso patrimonio ambientale.
Le cause del bracconaggio nel Delta del Po sono molteplici. Tra queste, si possono annoverare:
Il bracconaggio ha gravi effetti sul Delta del Po. In particolare, provoca la riduzione delle popolazioni di uccelli selvatici con alcune specie, come la gru sarda e la moretta tabaccata, che sono a rischio di estinzione. Inoltre il bracconaggio ha un impatto negativo sull'ecosistema del Delta del Po. Il disturbo causato dai bracconieri può portare alla fuga degli uccelli selvatici, con conseguenze negative per la catena alimentare e per l'equilibrio dell'ecosistema.
Fonte | Wwf;