Il Climate Change potrebbe fare emergere fino a 15mila nuovi virus. Lo afferma un nuovo studio pubblicato su Nature

Tra i rischi più gravi legati ai cambiamenti climatici potrebbero esserci quelli per la salute globale. La migrazione di moltissime specie animali, in particolare pipistrelli, potrebbe infatti innescare moltissimi nuovi virus, capaci di colpire l’uomo e gli animali. Ad affermarlo è uno studio pubblicato su Nature, che intende però evitare ogni allarmismo: mantenendo la temperatura nei limiti fissati dagli Accordi di Parigi, molte di queste previsioni potrebbero essere smentite.
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Michele Mastandrea 9 Maggio 2022

Quante volte ci siamo detti, ricorderai, di imparare una delle lezioni più importanti della pandemia. Ovvero che occuparci del nostro pianeta, dell'inquinamento, dei cambiamenti climatici, significa anche rischiare meno in termini sanitari. Sembra essere questo anche il suggerimento di una nuova ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.

Lo studio, intitolato ‘Climate change increases cross-species viral transmission risk‘ e condotto da un team di ricercatori guidato da Colin Carlson della Georgetown University, ha un messaggio molto semplice. Afferma infatti che senza una decisa azione di contrasto al Climate Change, potrebbe aumentare la diffusione di virus sul nostro pianeta. Anche di quelli potenzialmente letali per l'uomo.

La paura per nuovi salti di specie

L'allarme deriva dalla possibile migrazione di moltissime specie, mammiferi compresi, spinta da un ipotetico riscaldamento da qui al 2070 del pianeta di 2 gradi rispetto all'era pre-industriale. Come ricorderai, la maggior parte degli studi – compresi quelli ritenuti attendibili dall'Organizzazione Mondiale della Sanità –  lega infatti lo scoppio del virus Sars-cov-2 a un salto di specie dal pipistrello all'uomo.

La mutazione è avvenuta probabilmente attraverso un passaggio intermedio, tramite un altro animale, fino a rendere il virus trasmissibile all'uomo. La vicinanza tra animali di habitat diversi, innescata dal global warming, potrebbe dunque portare in futuro a effetti impronosticabili, come afferma del resto lo studio.

Fino a 15mila nuovi virus

La ricerca pubblicata su Nature ha preso in considerazione i movimenti potenziali di 3.139 specie animali, molte delle quali potenzialmente abili a trasmettere virus all'uomo. Il risultato dello studio è che da qui ai prossimi anni le migrazioni forzate di moltissime specie – in particolare di pipistrelli – potrebbero potenzialmente innescare nuovi salti di specie. Fino a 15mila virus potrebbero essere in circolazione, a differenza dei circa 10mila attuali. Non è detto che siano di carattere letale, ma non si può nemmeno escludere il contrario.

Siamo dunque di fronte all'ennesima prova del legame stringente tra clima e salute. Le aree più a rischio sarebbero quella africana e quella del sud-est asiatico, destinate ad essere sempre più popolate ma allo stesso tempo meno pronte dal punto di vista igienico-sanitario. Ma nel mondo globalizzato di oggi, come abbiamo visto in questi anni, la diffusione a livello internazionale di virus avviene in tempi rapidissimi.

A rischio anche gli animali

A preoccupare gli scienziati autori della ricerca è, come detto, soprattutto l'entrata in contatto di diverse specie animali che finora, a causa della distribuzione geografica del clima, non erano mai stati messi l'uno affianco all'altro. Con conseguenze tutte da verificare e studiare sulla trasmissione di nuovi virus, anche di tipologia attualmente sconosciuta. E con effetti non limitati all'uomo: anche gli animali potrebbero essere colpiti da nuovi virus, con gravi ricadute sull'agricoltura e sull'allevamento.

Nessun allarmismo, però. Solo modelli scientifici, che possono essere rivisti in base al cambiamento delle condizioni. In particolare, alla nostra azione. Mantenere la temperatura globale sotto gli 1,5 gradi entro fino secolo, come previsto dagli Accordi di Parigi, permetterebbe di eliminare questi rischi. L'auspicio è allora che alla prossima Cop27 di Sharm El-Sheikh tutto questo venga tenuto in considerazione dai partecipanti al meeting.