Il decalogo Ohga per un’alimentazione sostenibile: come consumare cibo riducendo il tuo impatto sull’ambiente

L’alimentazione è uno dei modi attraverso cui ogni giorno, attraverso le nostre scelte, esercitiamo un impatto sull’ambiente. Per questo oggi, in occasione della giornata dedicata proprio all’ambiente, noi di Ohga ti proponiamo dieci consigli per nutrirti in modo più consapevole riducendo al minimo la tua impronta sul Pianeta.
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Sara Del Dot 5 Giugno 2021

Quando si parla di “mangiare bene” potresti pensare soltanto a un’alimentazione corretta rivolta in primis alla tua salute. Ma le scelte che compi per il tuo corpo, perseguendo uno stile di vita sano e ricco di diversi elementi nutritivi, non possono in alcun modo prescindere dall’attenzione all’ambiente. L’alimentazione, infatti, è uno dei punti cardine da considerare per intervenire anche sull’impatto dei nostri stili di vita sugli ecosistemi. Allo stesso modo, l’impiego di metodologie produttive rispettose del Pianeta comporterà un contributo migliore anche per la nostra salute.

Ormai lo abbiamo capito: monocolture intensive, esportazioni da un capo all’altro del mondo, allevamenti enormi pieni zeppi di animali, sostanze chimiche sparse sulle coltivazioni per impedire contaminazioni sono tutti elementi che sì, magari contribuiscono al nostro generale apporto di cibo, ma agiscono sul Pianeta in modo importante, soprattutto se consideriamo che a dover essere nutrite sono oltre sette miliardi di persone. Per questa ragione, in occasione della giornata dedicata all’ambiente abbiamo deciso di darti qualche consiglio per ridurre il tuo impatto ambientale a partire proprio da quello che mangi, rendendo il tuo stile di vita più sostenibile e meno gravoso su un ambiente già messo a dura prova.

Prediligi prodotti locali

Di km zero si è è parlato tanto, soprattutto negli ultimi anni. Si tratta del cibo che segue la cosiddetta filiera corta, che cioè non ha compiuto lunghi percorsi per arrivare fino a noi e spesso possiamo acquistare direttamente dal produttore locale. Gli effetti della predilezione di questo genere di prodotti sono evidenti: meno spostamenti, quindi meno produzione di CO2 dovuta ai trasporti, sapori migliori e più genuini, contributo all’economia locale. Ma attenzione. Perché non basta acquistare vicino per ridurre il proprio impatto ambientale. L’acquisto locale, infatti, deve essere unito indissolubilmente a diversi altri aspetti come la stagionalità, la freschezza e la riduzione del packaging. Insomma, non basta dire “l’ho preso dietro casa”, l’attenzione a ciò che si acquista (e non soltanto a dove) è fondamentale. Ad esempio pare sia molto meglio per l’ambiente ridurre il consumo di carne rispetto ad acquistarla localmente in grandi quantità, per le ragioni che ti spiegherò nel punto successivo. Insomma, la sostenibilità non procede a compartimenti stagni.

Riduci il consumo di carne

Ormai non è più una novità. Se fino a qualche anno fa la carne era considerata un elemento imprescindibile nella nostra alimentazione, oggi ne si promuove una riduzione drastica e consapevole. Riduzione che, naturalmente riequilibrata da un aumento nell’assunzione di alimenti compensativi come legumi e cereali, inficerebbe notevolmente sia a livello di salute sia a livello ambientale. Se desideri limitare l’impatto ambientale della tua alimentazione, quindi, una delle prime cose che dovresti fare è mangiare meno carne, soprattutto quella proveniente dagli allevamenti intensivi, realtà insostenibili sotto tutti i punti di vista. Secondo i dati raccolti da Greenpeace, infatti, le emissioni di gas serra prodotte dagli allevamenti intensivi rappresentano il 17% delle emissioni totali dell’Unione europea, più di quelle prodotte complessivamente dal traffico veicolare. Senza contare il consumo ingente di risorse idriche (acqua dolce) non soltanto per abbeverare gli animali ma anche e soprattutto per far crescere le colture necessarie al loro nutrimento, i foraggi, e il consumo di suolo necessario per fare spazio alle strutture e alle colture per sostenerle. Secondo un report del WWF redatto a fine 2020 dal titolo “Quanta foresta avete mangiato, usato o indossato oggi?” l’80% della deforestazione mondiale è dovuta alla necessità di fare spazio a pascoli, colture per foraggi, soia e olio di palma richiesti dai Paesi occidentali. Un meccanismo di depauperamento di suoli ed ecosistemi, ma anche di inquinamento e di implicazioni sanitarie, soprattutto se considerato nelle grandi quantità sopra citate.

Segui le stagioni

Lo so, è difficile chiedere una cosa del genere a chi è sempre stato abituato a trovare ogni cosa a disposizione in qualsiasi giorno dell’anno. Eppure la stagionalità è un aspetto fondamentale da considerare in un’alimentazione che rispetti il ciclo di vita degli alimenti e della terra. Te ne sarai accorto se mai ti è capitato di acquistare una confezione di fragole in pieno inverno oppure mandarini in estate. Il sapore, di certo, non è lo stesso. E non è lo stesso neanche l’impatto ambientale della loro produzione. Infatti ogni ortaggio e ogni frutto ha il proprio ciclo produttivo che si sviluppa in determinate condizioni climatiche e geografiche che vanno rispettate per non “forzare la mano” con luci e climi artificiali, che rischiano di avere un impatto ambientale molto più alto anche solo del trasporto di un alimento di stagione proveniente dall’altro capo del mondo. La soluzione ideale sarebbe acquistare prodotti di stagione coltivati e prodotti localmente.

Riduci gli sprechi alimentari

Produrre cibo che poi non verrà consumato è uno spreco non soltanto dell’alimento in sé, ma anche dell’energia e delle risorse di suolo e idriche che sono state necessarie per farlo arrivare fino a noi. Senza considerare l’impatto del trasporto, della trasformazione, dello stoccaggio. Per fare un esempio, secondo uno studio realizzato nel 2019 dal Politecnico federale di Zurigo soltanto in Svizzera evitare di buttare via gli alimenti ancora buoni risparmierebbe all’ambiente 500 kg di CO2 pro capite ogni anno. Considerato che nel 2020 in Italia sono stati gettati via 27 kg di cibo a persona, risulta sempre più importante mettere in pratica tutte le strategie possibili di lotta allo spreco alimentare, alcune delle quali puoi trovarle nel decalogo Ohga dedicato.

Cerca di evitare gli imballaggi in plastica

Un’alimentazione sostenibile passa anche per il packaging. La plastica, come sappiamo, è uno dei grandi nemici dell’ambiente, tornata purtroppo molto in voga nella sua forma monouso con l’arrivo della pandemia. Gran parte dei rifiuti plastici che produciamo ogni giorno è composta proprio da imballaggi. Si tratta però anche di uno degli aspetti su cui maggiormente si può intervenire per alleggerire il carico del nostro consumo sul Pianeta. E fidati, basta davvero poco, seguendo semplicemente le accortezze che ormai da anni ci sentiamo ripetere. Come ad esempio portare borse e contenitori da casa senza acquistare nuovi sacchetti monouso, prediligere la spesa al peso quando possibile, recarsi al mercato e non prendere frutta e verdura avvolti nel cellophane, bere acqua di rubinetto senza munirsi di pacchi su pacchi di bottiglie di plastica ma sostituirle con una borraccia.

Acquista alimenti freschi

Acquistare e consumare cibo fresco significa evitare alimenti passati attraverso eccessive elaborazioni, trasformazioni, lunghi trasporti e lunghi periodi di conservazione magari in frigorifero, tutti elementi che contribuiscono a consumo di energia, risorse e a un numero più alto di emissioni inquinanti. La frutta e la verdura fresche, inoltre, conservano meglio i principi nutritivi e non necessitano di additivi chimici conservanti o confezioni inquinanti che produrrebbero rifiuti ulteriori.

Occhio al pesce

No, non è l’effetto “Seaspiracy” (che comunque, diciamocelo, ha fatto il suo il termini di consapevolezza). La sovrapesca è un fenomeno reale, attuale e segnalato da anni da chi si occupa del mare e della sua sostenibilità, chiedendo a gran voce l’istituzione di un numero sempre maggiori di aree marine protette. Non dimentichiamo che secondo i dati della Fao, raccolti nel rapporto “The State of World Fisheries and Aquaculture 2020” la percentuale di stock ittici che si trovano entro livelli biologicamente sostenibili è diminuita dal 90% del 1974 al 65,8% del 2017. Nonostante questo il pesce rappresenta uno degli alimenti più richiesti al mondo, oltre a rappresentare fonte di vita e guadagno per milioni di persone che vivono nei Paesi in via di sviluppo. Per questo è importante, oggi più che mai, provare ad aumentare la consapevolezza nel consumo di questo alimento, selezionando specie diverse provenienti da zone di pesca specifiche e seguendo le diverse stagionalità degli stock ittici. Anche i pesci, come frutta e verdura, hanno le loro stagioni.

L’acqua è un bene prezioso

Per produrre frutta ci vuole acqua. Per produrre verdura ci vuole acqua. Per produrre carne ci vuole acqua. Per lavare il cibo ci vuole acqua. Per idratarci ci vuole acqua. Insomma, l’acqua nella nostra alimentazione serve eccome. Eppure anche qui, la tendenza è quella di darla per scontata. Per questo credo sia importante ricordare che non lo è, assolutamente. E con pochi accorgimenti anche in cucina è possibile diminuire di molto lo spreco di questo elemento ben più prezioso dell’oro. Innanzitutto già riducendo il consumo di carne puoi contribuire a un risparmio consistente. Riduci infatti l’apporto idrico necessario per abbeverare gli animali e anche quello destinato alle colture dei foraggi. Inoltre è bene togliersi per sempre l’abitudine di far scorrere l’acqua del rubinetto per lavare i cibi, che possono essere risciacquati tranquillamente in una ciotola. Poi si può intervenire anche salvando l'acqua di cottura.

Prova l’autoproduzione, se puoi

Hai un balcone e non hai ancora provato a utilizzare il suo spazio per coltivare qualcosa? Devi sapere che ogni cosa è coltivabile e oggi sono presenti sul mercato tantissime attrezzature per occuparsi di un piccolo orto sul balcone. Un’insalata, una piantina di pomodori, qualche fragola… magari non potrai sfamarci un esercito, ma avrai prodotto tra le mura di casa qualcosa che poi mangerai. C’è soddisfazione più grande?

Informati, vedi con i tuoi occhi

Per troppo tempo forse l’alimentazione delle persone “di città” è stata caratterizzata da una profonda inconsapevolezza (o cecità?) di fondo riguardo la provenienza del cibo che acquistano e che mangiano. Una situazione di indifferenza di cui a pagarne le conseguenze sono stati l'ambiente e la nostra salute. Ora è arrivato il momento di aprire gli occhi e iniziare a comprendere davvero l’origine di ciò con cui riempiamo il nostro organismo. E le possibilità ci sono. Basta volerle cogliere. Il mio ultimo consiglio, quindi, è quello di alzarti, uscire di casa e andare a vedere con i tuoi occhi da dove arriva il cibo che compri. Solo allora potrai valutare se la tua alimentazione ti va bene così com’è o se c’è qualcosa che senti di voler modificare.