Il ghiacciaio dell’Adamello si ritira: ogni anno perde oltre 14 milioni di metri cubi di acqua, quanto 5600 piscine olimpioniche

L’allarme arriva dai dati raccolti nell’ambito della Carovana dei ghiacciai, la nuova campagna di Legambiente per monitorare lo stato di salute dei tredici ghiacciai alpini. Il più esteso d’Italia, a causa dei cambiamenti climatici, avrebbe perso quasi 2km quadrati di estensione dal 1957 e 12 metri di spessore.
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Kevin Ben Alì Zinati 26 Agosto 2021

Se hai guardato le Olimpiadi di Tokyo (con la nostra Paola Egonu portabandiera olimpica) o se stai seguendo le Paralimpiadi (ti abbiamo raccontato, per esempio, le storia di Arianna Talamona e Jessica Long), hai bene in mente quanto è grande una piscina per le gare di nuoto.

Ora prendi quella vasca e moltiplicala 5600. Se te lo stai chiedendo, queste migliaia di piscine immaginarie potrebbero contenere, più o meno, 14 milioni di metri cubi di acqua.

Ecco: ora sai quanta acqua perde ogni anno il ghiacciaio dell'Adamello, il più esteso d'Italia.

È solo uno dei drammatici risultati emersi dal monitoraggio portato a termine da Legambiente nell’ambito della “Carovana dei ghiacciai”: una nuova campagna, giunta alla seconda edizione, nata per monitorare lo stato di salute dei tredici ghiacciai alpini (più il glacionevato del Calderone, in Abruzzo).

L’obiettivo di Legambiente è quello di sensibilizzare sugli effetti dei cambiamenti climatici sull’ambiente glaciale alpino che ci circonda. Che appare sempre più minacciato.

L’allarme ora riguarda il ghiaccio dell’Adamello. Le analisi hanno mostrato, infatti, che anche la sua estensione areale sarebbe in progressiva riduzione: se nel 1957 misurava circa 19km quadrati, nel 2015 sarebbe scesa a 17.7km quadrati.

Negli ultimi anni, poi, si sta registrando anche una progressiva riduzione dello spessore del ghiacciaio. Rispetto ai 270 metri di spessore misurati nel 2015, oggi si sarebbe ridotto di circa 10-12 metri.

Le temperature più alte hanno determinato anche un marcato ritiro della sua fronte che, negli ultimi 160 anni, sarebbe pari a oltre 2000 metri.

Secondo Legambiente, che cita i dati del Comitato Glaciologico, si può purtroppo parlare di un progressivo ritiro del ghiacciaio, interrotto solo da blande “pulsazioni positive”, l’ultima delle quali sarebbe avvenuta diversi anni fa, all’incirca all’inizio del 1980.

Più caldo e più scioglimenti hanno provocato anche la presenza di numerosi affioramenti di isole rocciose in grado di trasmettere più calore e di favorire così il processo di fusione glaciale.

E se anche l’innevamento di inizio estate 2019 aveva depositato abbondanti quantità di neve, la fine della stagione si è comunque conclusa con una grande fusione di ghiaccio. Le osservazioni fatte a due anni di distanza hanno dimostrato che la neve residua sarebbe già quasi tutta esaurita.

“Le masse glaciali dell'Adamello, il più grande ghiacciaio d'Italia, colpiscono in quanto a dimensioni e bellezza e lasciano grande sconcerto al pensiero che nei prossimi decenni, se continueremo con il trend attuale di immissioni di gas climaterianti, non potranno più essere ammirate dai numerosi turisti che raggiungono il passo del Presena – ha spiegato i Vanda Bonardo, responsabile Alpi Legambiente -. Sicuramente un motivo in più perché si costruisca una maggiore consapevolezza nei cittadini e nei governanti”.