
Quasi un metro ogni anno. Si tratta del primo infausto bilancio realizzato da Legambiente durante la prima tappa del nuovo tour Carovana dei ghiacciai, con cui l’associazione valuterà lo stato dei ghiacciai alpini fino al 17 settembre con il supporto del Comitato glaciologico italiano. Questo primo appuntamento si è tenuto sul ghiacciaio Miage, sul versante italiano del Monte Bianco, in Valle d’Aosta, dove gli esperti hanno valutato uno sprofondamento di ben 30 metri nel corso degli ultimi decenni, dagli anni 90 circa.
Una cifra preoccupante, un bilancio tristissimo seppur in linea con il trend dei ghiacciai in riferimento ai cambiamenti climatici e al costante aumento delle temperature. E a peggiorare la situazione c’è lo stato della falesia di ghiaccio nei pressi del lago Miage, arretrata di circa 10 metri e il collasso di alcune morene, abbassatesi più di sei metri, a testimonianza del collasso della massa glaciale.
Dopo i tour di monitoraggio di laghi e mari, goletta verde e goletta dei laghi, Legambiente è passata alle montagne. Montagne che, come gli altri ambienti, stanno subendo da decenni gli effetti collaterali del climate change, attraverso la scomparsa della neve e della sempre maggiore fragilità della loro costituzione.