Il golfo del Messico si tinge di nero: segnalati diversi sversamenti di petrolio dopo il passaggio dell’uragano Ida

Negli scorsi giorni l’uragano Ida, che ha causato almeno 50 morti negli Stati Uniti, ha colpito anche una zona dove sono presenti numerosi oleodotti e piattaforme petrolifere. Le autorità americane stanno cercando di fare luce sull’origine delle fuoriuscite: sono circa 350 quelle segnalate alla Guardia Costiera.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Federico Turrisi 9 Settembre 2021

Un disastro nel disastro. Oltre ai danni incalcolabili legati alle inondazioni provocate la scorsa settimana dall'uragano Ida (il bilancio è di almeno 50 morti), con raffiche di vento oltre i 240 chilometri orari, gli Stati Uniti devono ora fare i conti con una pericolosa marea nera che si sta espandendo nel Golfo del Messico. Le dimensioni dell'accaduto sono diventate più chiare quando la Noaa, l’agenzia federale americana che si occupa di oceanografia e climatologia, ha diffuso delle immagini satellitari in cui si notava vicino alle coste della Louisiana una chiazza di petrolio lunga e stretta.

La perdita principale, ha fatto sapere poi la Guardia Costiera americana, sarebbe stata localizzata a Bay Marchand, un'area situata circa tre chilometri a sud di Port Fourchon. In un primo tempo, sembrava che l’origine fosse un oleodotto sotterraneo della società Talos Energy, ma dai successivi accertamenti è emerso che la compagnia, che in precedenza aveva una concessione in quella zona, aveva cessato le attività nel 2017.

Ricordiamoci che l'uragano Ida si è abbattuto su una regione dove sono presenti diverse piattaforme petrolifere offshore e raffinerie sulla terraferma. Sta di fatto che all'inizio di questa settimana la Guardia Costiera americana aveva comunicato che stava conducendo delle indagini su circa 350 segnalazioni di sversamenti nel golfo del Messico. Le squadre di pulizia e i sommozzatori sono ancora in azione, ma sembra che il peggio sia stato scongiurato.

Tuttavia, rimane ancora sconosciuta la fonte della perdita di Bay Marchand. Stando a quanto riporta il New York Times, sono almeno nove i segmenti di oleodotti, sia in servizio sia dismessi, che si trovano vicino al luogo dove si è verificata la fuoriuscita principale. "Una squadra esaminerà tutte le potenziali fonti al fine di garantire che qualsiasi rischio futuro sia scongiurato", ha affermato il luogotenente John Edwards, portavoce della Us Guard Coast. A rimetterci intanto, come al solito, sono l'ecosistema marino e i suoi abitanti.