Il kapoc è la fibra vegetale che sostituirà la lana?

La lana è, di fatto, un derivato animale. E il cotone non è propriamente sostenibile, viste le coltivazioni. L’alternativa? Si chiama Kapoc e viene dalle foreste pluviali.
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Sara Polotti 28 Gennaio 2022

Forse ne hai sentito parlare, o magari è la prima volta che leggi questo termine: il kapoc, però, è una parola che dovresti conoscere, perché si tratta di una fibra naturale che può essenzialmente replicare la lana da imbottitura, evitando così di utilizzare fibre e piume di origine animale. Ma perché lo scopriamo solo ora? Fino a poco tempo fa il frutto da cui deriva il kapoc non poteva essere sfruttato per ricavarne un filato, ma grazie alle tecnologie più recenti si è capito come trasformare le fibre in un tessuto davvero utile. Sì, la tessitura e la filatura sono costose, ma si tratta di una fibra biologica e a basso impatto ambientale.

Ecco quindi tutto ciò che c'è da sapere sul kapoc, un filato di cui probabilmente sentiremo molto parlare.

Il kapoc deriva dal Ciba

Il kapoc (o kapok) è un filato che deriva dall'albero del Ciba, o Ceiba, pianta sudamericana e originaria delle foreste pluviali che si trova anche in Africa, in America centrale e in Asia e che per ora cresce spontaneamente. Ecco perché la fibra ricavata è sostenibile: non vi sono coltivazioni intensive del Ciba, che oggi vive senza aiuto di pesticidi.

Bombacacea, il Ciba è imponente e alto (raggiunge i 60 metri di altezza) e il suo tronco è davvero maestoso, ricoperto di spine.

Il Kapoc, ovvero il filato vero e proprio, si ricava dai fiori, che solo di colore bianco rosaceo, molto profumati. Al loro interno stanno dei piccoli semi che sembrano granelli di pepe. È lì che si trova la "lana", una massa di fibre di lignina e cellulosa chiamata esattamente "lana vegetale".

Le caratteristiche della lana vegetale

La lana vegetale derivante dal Ciba, il kapoc, è in tutto e per tutto una lana simile a quella ricavata dalla tosatura delle pecore. È molto soffice e leggera (contiene l'80% di aria), mantiene il calore, e soprattutto è anallergica, anti-umidità e resistente. È quindi un filato vegetale sostenibile perché resiste all'usura e permette di creare capi e oggetti che durano nel tempo, evitando lo spreco.

Dove si impiega il Kapoc

Per le sue caratteristiche, il kapoc derivante dal Ciba viene impiegato prevalentemente come filato da imbottitura. Per ora, quindi, lo troviamo più che in forma di tessuto, sotto forma di massa per imbottire cuscini e piumoni, ma soprattutto materassi. È infatti molto leggero e anallergico ed è ideale per gli accessori che devono combattere l'umidità, come appunto quelli citati.