Quanto inquinano le app di fast fashion come Temu e Shein? Le emissioni dello shop online

Ti sei mai chiesto quanto possa inquinare un app come quella di Temu o di Shein? Il fast fashion non significa solo ”milioni di capi restituiti”. C’è molto altro dietro e allora proviamo a vedere quante emissioni vengono prodotte da questi shop online.
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Mattia Giangaspero 24 Aprile 2024

È sempre più facile e immediato trovare quello che si vuole a prezzi stracciati, che sia un vestito o un pezzo di arredamento per casa tua. Basta scaricare un app come Temu (Team Up, Price Down) e Shein, individuare il proprio oggetto del desiderio e procedere all'ordine. Certo… questo modus operandi è il medesimo per qualsiasi app di shop online, però in questi casi specifici, presi come esempio, accanto al singolo brand sono celate altre due parole che nel corso degli ultimi anni hai sempre più sentito pronunciare: "fast fashion". Entrambi sono l'emblema di un sistema che non è per niente sostenibile per un pianeta già sofferente come quello su cui viviamo.

Shein ormai è conosciuto da tutti e nel 2022 è stato anche riconosciuto come il brand più popolare al mondo. Adesso, però, prende sempre più fette di mercato anche Temu con la sua app, inizialmente lanciata a settembre 2022 a Boston negli Stati Uniti e poi arrivata e spopolata anche da noi in Italia.

Quantificare le emissioni inquinanti di un app di fast fashion come proprio Shein o Temu è difficile, se non impossibile, ma basti pensare a quanti capi sfornino ogni giorno le fabbriche del marchio. La rivista Environment parla addirittura di un range tra 2.000 e 10.000 pezzi giornalieri.

Se questo non bastasse, molti di questi indumenti a quanto pare sarebbero zeppi di sostanze chimiche pericolose. A sostenerlo è anche Greenpeace Germania, sempre nel 2022 aveva rivelato i dati di un'inchiesta condotta su 47 prodotti, che però derivavano da Shein in quel caso. Sul 15% di essi i ricercatori hanno trovato sostanze chimiche pericolose che infrangono i limiti imposti dall'Unione Europea. Su cinque capi d'abbigliamento, addirittura, le sostanze superavano del 100% o più il limite.

Invece l'ultima analisi, sempre fatta da Greenpeace su Temu si conclude con qualche domanda che l'organizzazione no-profit rivolge direttamente a Temu:

"A parte questioni come i rifiuti eccessivi e l’iperconsumismo, secondo quanto riferito Temu spedisce più di un milione di pacchi in tutto il mondo ogni giorno. Con una domanda così elevata di navi da trasporto aereo, quali implicazioni ha tutto ciò sul clima? E oltre ai trasporti, anche il tipo di elettricità che Temu acquista e utilizza per alimentare le sue enormi esigenze informatiche ed elaborare i dati ha una grande implicazione per la sua impronta climatica".

Perché non si riesce a frenare il fast fashion?

App come Temu e Shein hanno successo per 4 diversi fattori che le contraddistinguono rispetto a brand più sostenibili.

  • Prezzi bassi
  • Oggetti o capi di abbigliamento alla moda, simili esteticamente parlando ai capi di lusso
  • Resi gratuiti e veloci
  • Offerte e codici promo costanti

L'unico modo allora che abbiamo per provare a fermare questa loro ascesa è aumentare la nostra consapevolezza di quanto l'intero mondo del fast fashion sia dannoso, per noi (viste le sostanze chimiche presenti sui vestiti), per chi lavoro (molto spesso minorenni, sottopagati con orari massacranti) e per il Pianeta (visto che ci ritroviamo intere aree desertiche, come il deserto di Atacama, sommerse da tutti i resi effettuati).

Aggiornamento pubblicazione ore 17.00 – 24.04.2024

Arriva la replica di Temu a Ohga

Replica integrale di Temu all'articolo

"Temu si distingue dalle aziende di fast-fashion. Mentre queste ultime producono i propri abiti e sperimentano migliaia di design, Temu opera semplicemente come un marketplace. Non vanta alcun brand di proprietà né si occupa della produzione. Il catalogo di Temu offre una vasta gamma di prodotti, con l'abbigliamento che rappresenta solo una piccola parte. Il focus è sulla connessione diretta tra acquirenti, produttori e venditori, un approccio che taglia i costi e permette di evitare la sovrapproduzione tipica dei negozi tradizionali. La sostenibilità è al centro delle attenzioni di Temu, che si impegna costantemente ad aderire alle ultime normative ambientali.

Il modello commerciale di Temu consente di offrire prezzi accessibili ai clienti collegandoli direttamente a produttori e grossisti. Un ulteriore risparmio sui costi deriva dalla comprensione delle preferenze dei consumatori e dall'aiuto ai produttori nel produrre i giusti prodotti nelle giuste quantità e al momento giusto. In questo modo si riducono gli sprechi e le inefficienze, con un notevole risparmio sui costi. In generale, il modello commerciale di Temu si concentra sulla fornitura di valore ai clienti, offrendo un'ampia gamma di opzioni che soddisfano le esigenze individuali, con il risultato di prezzi accessibili a tutti. 

Uno dei modi in cui Temu promuove la sostenibilità è migliorare l'incontro tra domanda e offerta, in modo da ridurre al minimo le scorte invendute e gli sprechi. La collaborazione di Temu con i produttori favorisce una produzione più mirata e la riduzione di merce indesiderata.

Prima di aprire il proprio negozio e inserire i prodotti su Temu, ogni venditore deve firmare un accordo. Questo documento rappresenta un impegno a mantenere operazioni commerciali lecite e conformi e ad aderire rigorosamente alle norme e ai regolamenti legali dei loro mercati specifici.

Il Codice di condotta per le terze parti stabilisce che chiunque faccia affari con Temu deve rispettare rigorosamente tutti gli standard normativi e i requisiti di conformità. È severamente vietato l'uso di lavoro forzato, penale o minorile. L'impiego di tutti i commercianti e fornitori deve essere rigorosamente volontario. Essi devono rispettare la libertà di associazione e i diritti dei lavoratori alla contrattazione collettiva. I commercianti, i fornitori e le altre terze parti di Temu devono pagare puntualmente i propri dipendenti e appaltatori e devono rispettare tutte le leggi locali in materia di salari e orari.

Temu si riserva esplicitamente il diritto di interrompere qualsiasi rapporto commerciale se una terza parte viola il presente Codice di condotta o la legge. Sebbene Temu sia un'azienda giovane, con appena un anno di vita, hanno sempre dato priorità al rispetto delle regole e delle normative. Gli standard di Temu e le pratiche attuali non sono diversi da quelli delle principali piattaforme di e-commerce."

La controreplica a Temu

Abbiamo pubblicato la replica di Temu che ci è arrivata direttamente , ma allo stesso tempo, leggendola, ci sono comunque sorti alcuni dubbi. Dubbi riguardati la produzione di solo prodotti che vengono ordinati e dubbi sulla qualità di questi che secondo un rapporto pubblicato da Altroconsumo non rispetta i requisiti minimi dell'Unione Europea. Iniziamo

  1. È vero che Temu, rispetto ad altre app produce i propri prodotti solamente quando questi vengono ordinati, ma allo stesso tempo, come si può leggere sul sito, offre la possibilità a tutte le persone che acquistano qualsiasi tipo di oggetto di restituirlo entro 90 giorni. Un lasso di tempo infinito se pensiamo a cosa viene fatto con oggetti acquistati. Molto spesso vengono utilizzati per un breve periodo che servono e poi restituiti. Questa politiche di reso va a impattare su tutto il sistema anche sul traffico di oggetti che diventano essenzialmente rifiuto.
  2. Temu, stando al rapporto di AltroConsumo, per alcuni dei suoi prodotti non rispetterebbe le linee guida dell'Unione Europea. Per esempio sui cosmetici manca l'elenco degli ingredienti e si può leggere che, per quanto riguarda giochi, cancelleria e gadget "le plastiche e le imbottiture erano assolutamente insufficienti a garantire l'efficaciaprevista in caso di urto, come previsto dalle norme ECE R22 e EN1078, requisiti minimi per la sicurezza".

Fonte | Greenpeace Germania

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