Il lockdown non ha migliorato le acque del Po. Secondo le analisi, è rimasto contaminato come prima

Nel periodo di lockdown, le acque del fiume nella sua parte torinese sono state rese più limpide, ma soltanto in apparenza. Secondo le analisi Arpa, infatti, la contaminazione è rimasta uguale.
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Sara Del Dot 12 Maggio 2020

Non si fa che parlare di come lo stato di lockdown abbia migliorato la salute delle acque di fiumi, laghi, canali e mari. Pesci colorati che tornano visibili in assenza dello sporco provocato dalle imbarcazioni, meduse in mezzo a Venezia, delfini che sguazzano nei porti deserti e tanti altri effetti naturali incredibili ci hanno aperto il cuore nel corso di questo periodo immobile in cui la natura è tornata al centro. Eppure, non tutto è come sembra. Il Po, ad esempio, è rimasto esattamente come prima sebbene possa apparire un po’ più pulito. Almeno nel suo tratto torinese.

A dirlo sono i risultati delle analisi dell’Arpa Piemonte, che ogni mese preleva campioni di acqua per valutare la salute delle acque del fiume. I prelevamenti avvengono in cinque punti e vengono valutati sulla base di 180 parametri. Come spiegato dal direttore generale di Arpa, il fatto che il fiume fosse più limpido è riconducibile all’assenza prolungata di piogge che solitamente smuovono le acque rendendole più torbide, ma il livello di contaminazione è lo stesso del periodo pre-lockdown.

A volte, quindi, il cambiamento è solo apparente ed è necessario osservare più a fondo e in modo più analitico per comprendere meglio cosa sta accadendo.