Il nuoto fa davvero bene alla scoliosi?

Per decenni si è creduto che il nuoto potesse essere di aiuto alla scoliosi e ad altri disturbi di tipo posturale. Avevi un po’ di scoliosi? Filavi dritto a nuotare in piscina. Oggi diversi studi dimostrano invece il contrario. Il nuoto non va così bene, soprattutto se praticato a livello agonistico.
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Gaia Cortese 21 Maggio 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

In un’epoca di fake news e miti da sfatare, un capitolo speciale spetta al nuoto e alla diffusa idea che sia un toccasana per la scoliosi. Per decenni tutti i bambini con un qualsiasi problema posturale sono stati iscritti in piscina e invitati (o costretti) a frequentare un corso di nuoto.

"Viene da chiedersi se chi prescrive una cura della scoliosi col nuoto sia mai entrato almeno una volta nella vasca da bagno e si sia fatto delle domande sul principio di Archimede e sulle leggi che regolano la fluidodinamica del corpo immerso in acqua – ha commentato Rodolfo Lisi, esperto in scienze motorie e autore del libro scritto insieme al collega Carmelo Giuffrida "Il nuoto non fa bene. L'attività natatoria nelle scoliosi: miti e tabù da sfatare”.

Questo libro arriva in realtà a mito già un po’ sfatato, ma si sa, repetita iuvant. Uno studio del 2013 condotto da Isico (Istituto scientifico italiano colonna vertebrale), infatti, aveva già messo a confronto 122 nuotatori a livello agonistico che praticavano nuoto dalle 4 alle 5 volte a settimana con 217 studenti di uguale età che praticavano sport a livello amatoriale o che erano addirittura sedentari.

Lo studio evidenziava come tra i nuotatori, in particolare tra le femmine, fossero presenti asimmetrie del tronco più accentuate e una maggiore ipercifosi, con una frequenza maggiore di dorsi curvi e mal di schiena. Da ciò emerge che il nuoto non è la panacea di tutti i mali, men che meno dei problemi alla schiena.

“Dal punto di vista posturale il nuoto induce a un collasso della schiena e allena soprattutto la muscolatura degli arti, essendo praticato in scarico – ha spiegato il Dottor Fabio Zaina, fisiatra di Isico -. Il dato poi sul mal di schiena conferma un fatto già noto: il nuoto, proprio per i carichi intensi in allenamento, se praticato a livello agonistico induce il mal di schiena. Ma un conto è parlare di allenamenti 4-5 volte la settimana, altro è invece dire di una pratica amatoriale. Altro ancora di pazienti con mal di schiena o addirittura con una scoliosi ai quali per tanti anni è stato consigliato di andare a nuotare per stare meglio. Non è vero”.

Per quanto riguarda la scoliosi, i dati raccolti da Isico possono togliere ogni dubbio sul fatto che il nuoto possa essere una buona terapia per la scoliosi. Se poi praticato in eccesso, dal punto di vista posturale, può anche rivelarsi negativo e provocare mal di schiena.

Alle conclusioni di Isico si aggiungono quelle di Rodolfo Lisi, che da anni studia la connessione tra attività sportiva e deformità vertebrale: "Il nuoto esclude qualsiasi ricostruzione posturale per l'impossibilità di far leva su punti fissi stabili di riferimento. In acqua non si possono eseguire esercizi per la rieducazione. Inoltre questo sport non consente di controllare le torsioni del rachide. È tutta una questione di biomeccanica, movimento e patologie. Invece si è pensato che il nuoto facesse bene per la presunta mancanza di gravità, anche se in realtà in acqua la gravità c'è".

"Con il nuoto agonistico proprio la pressione dell'acqua sul gibbo scoliotico può favorire un peggioramento. Anche la respirazione forzata del nuoto può aprire la strada ad un aggravamento della curva scoliotica –  sostiene Lisi -. Questo sport può essere praticato una volta ogni tanto e a livello agonistico tutti gli stili sono da evitare".

Fonte | Adnkronos, Isico

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