Il nuovo alleato contro il Climate Change? Un batterio: vive sull’isola di Vulcano e ripulisce l’atmosfera dalla CO2

Il batterio, trovato per la prima volta a settembre 2022 sull’isola di Vulcano, in Sicilia, è in grado di scomporre molto rapidamente le particelle di anidride carbonica. La sua attività può contribuire a contrastare l’inquinamento e a catturare la CO2 per utilizzarla, ad esempio, nei biocarburanti.
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Martina Alfieri 20 Aprile 2023

Sull’isola di Vulcano, al largo della Sicilia, si trova un particolare batterio capace di “mangiare” la CO2 in tempi rapidissimi. Un team di studiosi americani è convinto che potrebbe aiutarci a ripulire l’atmosfera dall’inquinamento. Lo speciale batterio, appartenente ai cianobatteri, è stato scoperto durante una spedizione partita a settembre 2022 e secondo i dati raccolti prolifererebbe nelle sorgenti termali di origine vulcanica ricche di anidride carbonica.

I cianobatteri sono particolari microrganismi fotosintetici, capaci dunque di sottrarre CO2 dall’atmosfera attraverso il processo della fotosintesi, che vivono principalmente in ambienti acquatici.

A realizzare gli studi – ancora in corso – riguardanti l'azione dei cianobatteri delle aree vulcaniche è un team del progetto The Two Frontiers, sostenuto dall'azienda statunitense Seed Health, che elabora e produce probiotici destinati alla salute dell’uomo e dell'ambiente.

Dopo il ritrovamento dello scorso autunno, i ricercatori hanno condotto una nuova spedizione nelle sorgenti calde delle Rocky Mountains, in Colorado, anch’esse molto ricche di anidride carbonica, per verificare quanto osservato con i cianobatteri presenti alle isole Eolie.

Questi microrganismi amici dell’ambiente potrebbero rivelarsi importanti alleati nella transizione verso l’utilizzo di energia pulita: secondo i ricercatori, sono in grado di convertire la CO2 in biomassa più velocemente di ogni altro cianobatterio finora conosciuto.

Non esiste una soluzione unica per il cambiamento climatico e la cattura del carbonio. Ci saranno circostanze in cui l'albero supererà i microbi o i funghi. Ma ci saranno anche circostanze in cui si vorrà davvero un microbo acquatico a crescita rapida che affonda", ha dichiarato al Guardian Braden Tierney della Harvard Medical School, che ha guidato le ricerche.

La biomassa derivata dall’azione dei batteri può essere a sua volta riutilizzata per la produzione di energia più sostenibile, contribuendo a diminuire la dipendenza da fonti fossili e ad alto impatto ambientale. Già in altre occasioni sono poi state osservate le potenzialità dei batteri nella lotta all'inquinamento: alcuni di loro sono ad esempio capaci di eliminare la plastica nell'acqua, ripulendo laghi e fiumi.