Il Pianeta sta perdendo i suoi alberi più antichi, la soluzione è clonarli per creare nuove foreste

L’Archangel Ancient Tree Archive è un’organizzazione no profit che utilizza le tecniche di clonazione da talee o con micripropagazione in vitro per creare nuovi alberi geneticamente uguali a quelli di partenza. In questo modo il suo fondatore, l’arboricoltore David Milarch, vuole proteggere le specie più antiche come le sequoie giganti, contrastare la deforestazione e allo stesso tempo contribuire alla lotta al cambiamento climatico.
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Kevin Ben Alì Zinati 15 Luglio 2020

Se volessi ripopolare la Terra di alberi, sequoie e di tutte quelle specie di piante antiche e millenarie che rischiano di scomparire (o che già lo sono) a causa delle attività industriali, del cambiamento climatico innescato dall’uomo o da anni di siccità e temperature impazzite, che cosa faresti? A questa domanda, l’arboricoltore statunitense David Milarch ha risposto così: “spostiamo i Giganti”. Parafrasando l’idea, vedrai che è tanto semplice quanto scientificamente e tecnologicamente geniale: recuperare una piccola porzione di tessuto di un albero, cioè una talea, e clonare la pianta, creare cioè un campione geneticamente identico a quello di partenza e poi ripiantarlo in un luogo più adatto al fine di ricreare nuove foreste e boschi. Sembra impossibile? È realtà. Il progetto di Milarch, chiamato Archangel Ancient Tree Archive, ha già all’attivo diversi progetti portati a termine con successo, ha sostenitori in tutto il mondo e sta lavorando per esportare la propria soluzione fuori dagli Stati Uniti.

L’ispirazione

David Milarch. Fonte: Archangel Ancient Tree Archive

David Milarch è un arboricoltore del Michigan settentrionale e più di vent’anni fa è stato vicinissimo alla morte a causa di una grave patologia. Fortunatamente è riuscito a sopravvivere e al suo risveglio, insieme alla vita, David si è ritrovato con una visione, un’illuminazione. La terra era nei guai, i suoi alberi più preziosi e antichi stavano morendo e anche la vita dell’uomo a in pericolo. “Che cosa posso fare?” si era chiesto mentre vagava nel limbo tra la vita e la morte e la riposta, per quanto incredibile, lo ispirò nel profondo. La soluzione era clonare i più grandi e resistenti alberi del mondo e proteggerli. Così insieme a un team di esperti e scienziati internazionali ha messo in piedi il progetto Archangel Ancient Tree Archive e ha cominciato a clonare alcuni degli alberi più antichi del mondo.

Dal sogno alla pratica

L’Archangel Ancient Tree Archive è un'organizzazione no profit che si è prefissa l’obiettivo proteggere e ripopolare il Pianeta con gli alberi più grandi (che possono raggiungere anche i 100 metri di altezza) e iconici del mondo. Le parole d’ordine del progetto di David Milarch sono tre: propagazione, riforestazione e archiviazione.

Propagazione

Si tratta di una tecnica di clonazione di organismi vegetali con cui si ottengono piante geneticamente identiche alla pianta originaria. Attraverso delle talee (cioè frammenti di piante tagliati e sistemati nel terreno) o tecniche di micropropagazione in vitro, si dà origine a un organismo che ha il 100% del Dna della pianta originaria: risultato che, invece, non si otterrebbe se si utilizzasse il seme di un albero, da cui si avrebbe solo il 50% dei geni dal momento che il seme potrebbe essere stato impollinato anche da un altro albero.

Un clone di albero. Fonte: Archangel Ancient Tree Archive

Prima che il progetto prendesse piede vi erano molto dubbi all’interno della comunità scientifica sul fatto che alberi di diverse migliaia di anni, come le sequoie giganti, potessero essere clonati attraverso la propagazione. E se anche fosse stato possibile, molti non erano convinti che i nuovi alberi potessero tornare utili nella lotta ai cambiamenti climatici. Come sai, infatti, gli alberi sono importanti immagazinatori di anidride carbonica ma possono rivelarsi efficaci anche nel controllo dell'erosione, nella gestione dei deflussi e nel miglioramento degli habitat della fauna selvatica.

L’Archangel, tuttavia, ha sviluppato un sistema di micropropagazione che, partendo da talee radicate, porta alla nascita di alberi nuovi, alti fino a un metro e ottanta e pronti per la semina. In sostanza, il progetto mette in campo lo stesso principio su cui si basa l’agricoltura, ovvero coltivare certi tipi di piante per avere determinate caratteristiche desiderate: longevità, resistenza e piante con abilità naturali di protezione dell'ambiente.

Gli alberi possono immagazzinare l'anidride carbonica ma anche controllare l'erosione, gestire i deflussi e migliorare gli habitat della fauna selvatica

Riforestazione e archiviazione

Attraverso la clonazione degli alberi, l’Archangel ha portato a termine con successo diversi progetti di rimboschimento. In Oregon, per esempio, è rinato un “boschetto” fatto di sequoie costiere e sequoie giganti clonate. Reintroducendo piante con una longevità comprovata, il progetto vuole contribuire a ripristinare le foreste del mondo. Allo stesso tempo, dopo averli ripiantati, l’idea dell’organizzazione è creare una sorta di archivio, una biblioteca vivente dove vengono conservati alberi che restano così disponibili per ulteriori studi e successivi processi di rimboschimento.

Il primo passo di una riforestazione con alberi clonati. Fonte: Archangel Ancient Tree Archive

Ecco che cosa intendeva David Milarch con "Moving Giants", spostiamo i Giganti, che è diventato poi anche il titolo di un documentario: prendere letteralmente le più grandi e antiche piante della Terra, clonarle e ripiantarle in un luogo dove potessero vivere al sicuro, aiutando così il loro stesso carnefice, l'uomo, nella propria lotta contro il climate change. Che cosa puoi fare, dunque? Come successo a David, chissà che la sua storia non ispiri anche te.