Il premier Draghi presenta il Recovery Plan al Parlamento: quanto “verde” c’è dentro al Pnrr?

Dall’efficientamento energetico degli edifici allo sviluppo delle energie rinnovabili, passando per la lotta al dissesto idrogeologico: la seconda delle sei missioni di cui si compone il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è dedicata alla Rivoluzione Verde e alla Transizione Ecologica. Stanziati 68,6 miliardi di euro.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Federico Turrisi 27 Aprile 2021

Se ne parla da mesi, perché, per citare il Presidente del Consiglio Mario Draghi, "nell'insieme dei programmi c'è anche e soprattutto il destino del Paese". Stiamo parlando del Pnrr, ovvero del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (o Recovery Plan, come viene spesso chiamato), che ieri è stato presentato dal premier stesso alla Camera dei Deputati.

Si tratta del Piano che si inserisce all’interno del programma Next Generation EU, il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica. Il Piano italiano prevede investimenti per 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, che rappresneta lo strumento chiave proprio del Next Generation EU. Ulteriori 30,6 miliardi sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri dello scorso 15 aprile. Il totale degli investimenti previsti è dunque pari a 222,1 miliardi di euro.

Il Piano si organizza lungo sei missioni. La seconda di queste è dedicata alla “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, per cui sono stanziati complessivamente 68,6 miliardi di euro. I suoi obiettivi? Migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva. Ma vediamo – necessariamente in estrema sintesi (se vuoi dare un'occhiata al documento integrale vai qui) – quali sono alcuni degli investimenti "green" contenuti nel testo del Pnrr trasmesso al Parlamento dal Governo.

Economia circolare

La strada maestra indicata dal Pnrr è quella del miglioramento della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e della realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclaggio (in particolare al Centro-Sud) di rifiuti organici, multimateriale, vetro, imballaggi in carta e per particolari flussi. In questo modo si intende recuperare i ritardi per raggiungere gli obiettivi previsti dalla normativa europea e nazionale (tasso di raccolta differenziata al 65% entro il 2035, e una percentuale massima del 10% per il conferimento di rifiuti in discarica). Inoltre, nel testo vengono fissati nuovi e più ambiziosi obiettivi di riciclo per le varie filiere: 55% per i Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), 85% nell’industria della carta e del cartone, 65% per i rifiuti plastici (attraverso riciclo meccanico, chimico e “Plastic Hubs”), 100% di recupero nel settore tessile tramite "Textile Hubs".

Energie rinnovabili, biometano e idrogeno

Nel settore delle rinnovabili, gli investimenti andranno diretti allo sviluppo dell'agro-voltaico, al sostegno alle comunità energetiche e alle strutture collettive di autoproduzione, alla realizzazione di impianti off-shore. In parallelo, si punterà a snellire le procedure burocratiche e a semplificare gli iter autorizzativi. Nel Pnrr viene riconosciuto il ruolo strategico del biometano per il potenziamento di un’economia circolare basata sul riutilizzo dei residui organici e per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione.

Nel documento è presente anche un focus sulla filiera dell'idrogeno, inteso come strumento chiave per ridurre le emissioni, oltre che nel settore dei trasporti, soprattutto nei settori hard-to-abate, caratterizzati da un'alta intensità energetica e privi di opzioni di elettrificazione scalabili, come l'industria chimica, quella dell'acciaio, quella del cemento e quella della raffinazione del petrolio (anche se nel testo non si fa un riferimento esplicito a una predilezione per l'idrogeno verde, ovvero quello ottenuto da fonti rinnovabili).

Mobilità sostenibile

Nel Pnrr viene data particolare importanza alla necessità di rafforzare sia la mobilità ciclistica sia il trasporto pubblico locale (con l’acquisto di bus a basso impatto ambientale) e di rinnovare parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa. Altro aspetto su cui si intende accelerare è lo sviluppo di un'adeguata infrastruttura di ricarica elettrica sul territorio nazionale.

Efficienza energetica degli edifici e superbonus del 110%

Altra linea d’intervento, fondamentale per la riduzione delle emissioni di gas serra nel nostro Paese, individuata dal Pnrr è la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, anche attraverso lo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento. Il presidente del Consiglio Draghi ha garantito ieri di fronte alla Camera dei Deputati che la proroga del superbonus del 110% al 2023 verrà inserita nella prossima legge di Bilancio, con opportune semplificazioni e sulla base dei dati della sua applicazione nel 2021: ricordiamo che per questa specifica misura nel Pnrr e nel fondo complementare sono stati stanziati 18 miliardi di euro.

Tutela del territorio

Nel Pnrr c'è molto spazio anche per la riduzione del rischio idrogeologico e per la messa in sicurezza del territorio, per la tutela delle aree verdi e del suolo, oltre che delle aree marine. Alcuni investimenti, infine, saranno destinati al rinnovamento delle infrastrutture idriche per contenere le perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua.

Le reazioni

FacciamoECO – Federazione dei Verdi

Il gruppo parlamentare più vicino alle istanze ambientaliste non ha risparmiato critiche al Presidente del Consiglio, che nel suo primo discorso alle Camere per chiedere la fiducia più di due mesi fa aveva presentato il suo governo come "il più ambientalista di sempre". Nel suo intervento alla Camera l'onorevole Lorenzo Fioramonti si è detto deluso perché non è stato inserito nel Pnrr il Servizio Civile Ambientale, nonostante la proposta di FacciamoECO – Federazione dei Verdi avesse incassato l'ok del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli.

Fioramonti mette poi l'accento sulle contraddizioni riguardanti l'idrogeno, "una tecnologia sicuramente interessante, ma che rischia di diventare una forma per proseguire nell'utilizzo dei combustibili fossili, soprattutto del gas".

Greenpeace

Per Greenpeace Italia, nonostante alcune novità di rilievo, il Pnrr presenta diversi limiti. L'associazione ambientalista si dice soddisfatta per l’eliminazione di finanziamenti diretti al progetto CCS di Eni a Ravenna e per l'accenno alle tecnologie per le fonti rinnovabili offshore (seppur con risorse limitate).

Tra le note negative viene segnalata l'assenza di una svolta sull’economia circolare e di misure per la riduzione della produzione di rifiuti, in particolare della plastica usa e getta. Inoltre, non c’è un riferimento preciso – prosegue la nota di Greenpeace – allo sviluppo dell’agricoltura ecologica e biologica

WWF

"Il Pnrr trasmesso alle Camere è un passo significativo ma non basta". Così si è espresso il WWF Italia, che ribadisce che la rivoluzione verde necessita di una spinta ulteriore sull'energie rinnovabili, sulla conservazione della biodiversità, sulla tutela del territorio, sull'economia circolare e sull'agricoltura biologica.

Per questo il Panda ha chiesto al governo di usare anche una quota significativa, almeno 10,6 miliardi di euro dei 30 previsti, della programmazione complementare al Pnrr per tentare di integrare e rafforzare i contenuti del Piano sulla parte relativa lla transizione ecologica.

Marevivo

L'associazione Marevivo Onlus esulta per l'inserimento di un capitolo dedicato al ripristino e alla tutela dei fondali e degli habitat marini all’interno del Pnrr. “Siamo molto soddisfatti di questo risultato, finalmente il mare entra nell’agenda di Governo, un passo fondamentale verso la sostenibilità ambientale” ha dichiarato Rosalba Giugni, presidente di Marevivo. “Adesso si proceda subito all’istituzione di una cabina di regia per una governance del mare".