
È passato oltre un anno da quell'esplosione nel gasdotto Urengoy-Pomary-Uzhgorod, che dalla Siberia porta il combustibile fino in Europa attraverso l'Ucraina. E finalmente sono arrivati i primi dati sull'impatto ambientale che quel sabotaggio del Nord Stream ha provocato. L'analisi svolta dal Commissariat à l’énergie atomique et aux énergies alternatives (CEA) francese, si è concentrata maggiormente sul versante climatico. Sono state utilizzate 40 stazioni di monitoraggio dell'atmosfera in Europa e dal risultato si evince che il metano fuoriuscito sarebbe intorno alle 70mila tonnellate, pari a circa il 2% dei gas serra annuali generati dalla Francia. Un impatto climatico diretto che, tutto sommato, può essere considerato di bassa entità.
I danni all'ecosistema marino, invece, secondo lo studio coordinato dall’università di Aarhus, rischiano di aver compromesso alcune specie animali che vivono nel Mar Baltico.
“Le foche e le focene nel raggio di quattro chilometri sarebbero ad alto rischio di morte a causa dell’onda d’urto, mentre un impatto temporaneo sull’udito sarebbe previsto fino a 50 chilometri di distanza”, si legge nello studio.
L'esplosione del gasdotto principale della Nord Stream ha provocato un ulteriore danno. La rottura dei 4 condotti ha causato la messa in sospensione di “250.000 tonnellate di sedimenti fortemente contaminati dal bacino sedimentario di acque profonde per oltre una settimana, con conseguenti rischi inaccettabili per i pesci e altri bioti in 11 km cubi di acqua per più di un mese”. Sabbie contaminate principalmente da TBT (tributilstagno), un composto fortemente ecotossico, e piombo.
Anche L'Unep ha analizzato i report francesi e li ha integrati con le sue misurazioni eseguite dal Centro Aerospaziale tedesco (DLR). Tutto sotto commissione di IMEO. L’agenzia ambientale dell’Onu è convinta che:
"Questa analisi contribuisce a colmare il gap di conoscenza su quanto siano importanti le emissioni di metano e dove vengono emesse in tutto il pianeta. Riduce anche l’incertezza associata alla perdita di metano".
Il rapporto Unep arriva dopo che, qualche giorno fa è uscita un'indagine del giornalista Seymour Hersh. L’8 febbraio, il giornalista statunitense, vincitore del Premio Pulitzer nel 1970 per l’indagine sul Watergate e che rivelò anche la strage di Mỹ Lai, perpetrata in Vietnam dai militari statunitensi, e la partecipazione della Cia al golpe contro il presidente socialista cileno Salvador Allende, ha pubblicato un'inchiesta dove veniva esplicitato che:
"A far saltare in aria i gasdotti sono stati i sommozzatori della Marina Usa che hanno collocato cariche esplosive a tempo sotto i gasdotti Nord Stream nel giugno 2022, durante le esercitazioni NATO BALTOPS 22."
Gli americani non erano da soli, sempre secondo le affermazioni del giornalista Hersh, ma sono stati aiutati dalla Norvegia e 3 mesi dopo le bombe sono state fatte esplodere da remoto. Hersh sostiene che il presidente Usa Joe Biden abbia deciso di sabotare il Nord Stream dopo più di 9 mesi di discussioni segrete con il suo team della sicurezza nazionale di Washington, discutendo diversi modi per farlo.
La Commissione Europea ha commentato:
"Non commentiamo le speculazioni sugli autori dell’atto di sabotaggio contro i gasdotti Nord Stream. L’unica base per ogni possibile risposta a questa domanda è un’indagine ufficiale"
Mentre il portavoce della Homeland Security della Casa Bianca, John Kirby, ha dichiarato in un’intervista a Fox News che:
"Gli Stati Uniti non sono stati coinvolti nel sabotaggio dei gasdotti. E’ una storia completamente falsa, non c’è niente di vero… Nemmeno una virgola. Non è vero. Gli Stati Uniti – nessun agente degli Stati Uniti, non c’entrano niente. Niente".