In Australia 29 specie animali non sono più a rischio estinzione

Il rischio di estinzione di numerose specie animale è una delle più grosse minacce alla biodiversità. Ma alcune buone notizie fanno sperare. Per esempio, quella relativa a ventinove specie australiane.
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Sara Polotti 26 Marzo 2023

Sono (quasi) ufficialmente fuori pericolo, almeno secondo una ricerca recentemente pubblicata: parliamo di alcune specie animale diffuse sul suolo australiano che fino a pochi anni fa erano considerate a rischio di estinzione.

La notizia è ottima, ma non per questo possiamo abbassare la guardia.

Lo studio che fa sperare

Lo studio pubblicato su Biological Conservation riporta le evidenze di una ripresa di alcune specie a rischio di estinzione in Australia. È stato condotto dal 2000 al 2022 e in questo lasso di tempo sono state identificate ventinove specie che, grazie a una gestione costante delle minacce, stanno riuscendo a ripopolare le loro fila.

La maggior parte delle specie recuperate sono mammiferi. Le popolazioni di questi animali erano state colpite da predatori introdotti dall'uomo, ma anche invertebrati e pesci erano minacciati, in questo caso dalla perdita degli habitat naturali, dai numerosi incendi e dai cambiamenti climatici.

Gli animali non più a rischio

Secondo lo studio, ad essere potenzialmente usciti dal rischio d'estinzione sono una specie di pesce, quattro rane, un rettile, otto uccelli e quindici mammiferi.

Si tratta, tra gli altri, del bilby maggiore (o macrotis), della bettongia scavatrice, del quoll occidentale (dasyurus), del bandicoot barrato orientale (pandi-kokku), dell'albatro fuligginoso, dello scricciolo grigio e del merluzzo Murray.

Questi animali sono usciti dal pericolo d'estinzione anche grazie ad alcune politiche di supporto, spiegano i ricercatori e le ricercatrici, come per esempio la creazione di luoghi liberi da predatori o il controllo di questi ultimi.

Gli invertebrati a rischio estinzione, invece, non hanno avuto la stessa fortuna, così come i pesci. L'ipotesi, sempre secondo lo studio, è che nel loro caso l'uomo non abbia investito le stesse risorse e gli stessi sforzi per la loro conservazione. Nel caso dei pesci, c'era anche l'impossibilità di limitare l'azione dei predatori introdotti (oltre al degrado generale dell'ambiente acquatico).

Meglio non abbassare l'attenzione

La rimozione dalla lista delle specie a rischio dovrebbe essere considerata come un segnale di successo, ma solo con un'attenzione continua e una gestione costante sarà possibile evitare che il pericolo si ripresenti.

La conservazione delle specie è infatti di vitale importanza per la biodiversità dei diversi habitat, che subiscono importanti impoverimenti e disequilibri anche a causa della scomparsa di troppi esseri viventi.