
Le celle solari di ultima generazione sono sempre più efficienti, ma richiedono processi produttivi complicati, meticolosi e molto costosi, con macchinari di precisione precisissimi e difficili. Un dipartimento dell'Università di Swansea è però riuscito a rendere lo stampaggio delle celle più semplice, veloce, economico e intuitivo, facendo agire un minerale come se fosse inchiostro e tagliando così diversi passaggi.
La perovskite (o perowskite) è un minerale costituito da titanato di calcio. Le celle in perovskite rappresentano la terza generazione di celle solari, sono molto efficienti e i ricercatori di SPECIFIC stavano lavorando esattamente con questo materiale.
La scoperta che hanno fatto riguarda la loro produzione: a quanto pare è infatti possibile stamparle con un processo roll-to-roll (R2R), aggirando il problema del difficoltoso processo di inserimento degli elettrodi una volta stampate. Per farlo hanno sviluppato un nuovo tipo di inchiostro a base di carbone, compatibile con queste innovative celle solari, che permette di iniettare il minerale direttamente nelle celle durante il processo di stampaggio con rulli.
Essenzialmente, le celle vengono quindi coperte in carbone già durante lo stampaggio, semplificando il processo e rendendolo più economico.
Se infatti prima i diversi strati minerali che compongono le celle solari richiedevano una produzione lunga e complicata, in più passaggi, ora è possibile stamparli tutti insieme, utilizzando un solo macchinario che svolge le funzioni necessarie senza soluzione di continuità.
Il macchinario e l'inchiostro a base di carbone possono infatti stampare uno strato dopo l'altro, fino ad arrivare alla superficie superiore della vera e propria cella.
In termini di quantità, significa poter produrre più celle solari tagliando i tempi di produzione che prima erano invece necessari, attraverso un processo pre-industriale che richiede solo il caricamento dell'inchiostro nel macchinario.
Il dottor David Beynon, Senior Research Officer di SPECIFIC, ha fatto sapere che, nel processo di scoperta, è risultato essenziale identificare il giusto mix di solventi per la stampa, che doveva evaporare a stampa avvenuta senza dissolvere gli strati inferiori della cella.
"La diffrazione a raggi X ha mostrato come l'inchiostro a base di elettrodi del carbone riesca a fare esattamente questo, quando viene formulato come un sistema solvente ortogonale. Questo strato innovativo può essere applicato continuamente e compatibilmente con tutti gli altri strati a bassa temperatura e ad alta velocità".
Il professor Trystan Watson, Photovoltaic Research Lead, ha invece spiegato come le celle solari in perovskite "siano estremamente promettenti nella corsa verso un'energia più verde e più pulita. La capacità di produrre dei device funzionanti con un processo lineare rende la produzione di massa più semplice ed economica, e questo è un grande passo per la commercializzazione. Si sblocca l'idea di un processo manifatturiero: da una parte entra l'inchiostro solare, dall'altra esce una cella solare", senza intoppi e in maniera lineare e fluida.