In Lombardia 10 milioni di api non sono tornate all’alveare: la denuncia di Greenpeace

In un territorio che comprende 4 province lombarde, in cui sono presenti diverse monocolture di mais, frumento e pioppi, milioni di api non hanno fatto ritorno ai loro 600 alveari. La denuncia di Greenpeace e la richiesta di politiche più attente per la loro salvaguardia.
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Sara Del Dot 20 Maggio 2021

10 milioni di api non hanno fatto ritorno ai loro alveari. Un numero impressionante se consideriamo che su questi insetti impollinatori, già fortemente minacciati, si basa anche la nostra stessa sopravvivenza. È accaduto in Lombardia ed è stato segnalato qualche giorno fa da Greenpeace.

La zona in cui è avvenuta questa strage comprende le province di Mantova, Cremona, Lodi e Brescia, zone caratterizzate da una forte presenza di monocolture di mais destinato a nutrire gli animali degli allevamenti intensivi, coltivato intensivamente facendo anche uso di sostanze che potrebbero contribuire in maniera consistente alla moria di insetti nei campi, ma anche campi di frumento e pioppi.

Le segnalazioni degli apicoltori sono state raccolte da Greenpeace, che ha sottolineato come non sia soltanto la sparizione di tutti questi individui a preoccupare: infatti, contestualmente alla perdita di esemplari gli apicoltori hanno riscontrato anche la nascita di api più piccole del normale, con un’aspettativa di vita ridotta e incapaci di produrre miele nelle fasi cruciali.

Un bel problema, soprattutto considerando che l’anno scorso si è verificato un fenomeno analogo nello stesso periodo di semina e trattamenti estivi, caratterizzati da un ampio utilizzo di diserbanti e pesticidi. Proprio in quell’occasione, la Procura di Cremona aveva avviato le indagini, chiedendo poi la proroga del termine. L’attenzione si concentra su due principi attivi usati per formulazioni commerciali di insetticidi, fa sapere Greenpeace che chiede un’azione più attenta e concreta per la tutela delle api su tutto il territorio nazionale, attraverso la prossima PAC, i fondi del PNRR e una riforma del Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, scaduto nel 2018.