In Lombardia è nata una grande Rete per proteggere l’Ambiente: obiettivo? Farsi ascoltare, questa volta davvero

Una grande Rete composta da oltre 50 associazioni che si batte per portare all’attenzione di politici e istituzioni le sempre più evidenti problematiche dovute all’intenso inquinamento presente in Lombardia e pianura padana.
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Sara Del Dot 14 Luglio 2021

A livello ambientale c’è ancora tanto, troppo da fare ovunque. E in Italia una delle aree che più di tutte dovrebbe promuovere iniziative radicali per migliorare la qualità dell’aria, del suolo e della vita è senza dubbio la pianura padana. Traffico, attività industriali, sistemi di riscaldamento, allevamenti intensivi (che ricevono fondi comunitari), scarti agricoli, fanghi, sversamenti sono alcune delle attività molto diffuse che hanno reso questo territorio uno dei più industrializzati e inquinati, rendendo l’aria irrespirabile. Basti pensare che la qualità dell’aria di diverse città lombarde è classificata tra le peggiori d’Europa. Ne sei stupito? Io credo di no.

La situazione non è passata inosservata. In tanti negli ultimi anni si sono battuti e tuttora si battono per cambiare le cose, per spingere amministrazioni e istituzioni ad adottare leggi e politiche più stringenti a difesa di chi, in quei territori, ci vive, ci lavora, ci nasce. Ma come sappiamo bene l’unione fa la forza e anche in questa lotta è necessario essere più uniti che mai per far sentire la propria voce e raccogliere quelle di chi non ha mezzi per farsi sentire.

Rete Ambiente Lombardia nasce proprio per questo, unendo tutti gli attori (privati e associazioni) che da anni combattono per un ambiente migliore ed entrando a gamba tesa nel dibattito con l’avvio della campagna Apriti Cielo, una petizione con l’obiettivo di aprire un confronto con Regione, Comuni e Città metropolitane per intervenire su alcune decisioni migliorando così la qualità ambientale e di vita del territorio.

Apriti Cielo

Oltre a rappresentare l’iniziativa che ha sancito la nascita della Rete, lanciata a fine maggio in occasione di un flash mob alla Loggia dei Mercanti di Milano, la petizione Apriti Cielo si pone anche come una sorta di manifesto in cui vengono snocciolate le questioni su cui sarebbe più urgente intervenire ora come ora in Lombardia.

Gli obiettivi che le realtà vorrebbero vedere realizzati sono infatti molti di più, così come elencato nell’ambizioso (ma necessario) testo della petizione:

  • La limitazione del traffico privato ed il potenziamento e l’efficientamento del trasporto pubblico sostenibile, con riduzione dei costi per gli utenti; la promozione della mobilità dolce favorendo una rete efficace di piste ciclabili, percorsi pedonali e pedonalizzazione dei centri storici e di parte dei quartieri; il ridimensionamento del traffico aereo e la revisione dei piani di ampliamento degli aeroporti.
  • L’elaborazione di un Piano per il progressivo superamento degli impianti di incenerimento dei rifiuti, attraverso la raccolta differenziata spinta su tutto il territorio regionale e il recupero di materie prime e secondarie in coerenza con i principi dell'economia circolare; la disincentivazione della produzione e dell'uso della plastica.
  • La decarbonizzazione dei sistemi di produzione energetica; l’innovazione tecnologica sostenibile degli impianti industriali; l’adozione di metodi per il filtraggio decisamente più efficienti e la verifica sistematica delle emissioni dei camini.
  • La disincentivazione degli allevamenti intensivi e impattanti, con una pianificazione territoriale ecocompatibile.
  • L'adozione di un sistema di monitoraggio della qualità dell'aria di ultima generazione, più capillare, con dislocazione nelle aree di maggior criticità; una costante manutenzione delle centraline di rilevamento degli inquinanti; una maggior trasparenza nella raccolta e diffusione dei dati.
  • Una drastica riduzione del consumo di suolo; la razionalizzazione degli impianti di logistica e lo stop alla loro proliferazione; la pianificazione di una più diffusa intermodalità su ferro.
  • Maggiori incentivi per la bonifica dell'amianto; la semplificazione delle pratiche burocratiche per favorire un risanamento del territorio più veloce ed efficace, soprattutto nelle aree ex industriali.
  • L’avvio di un’operazione di riforestazione massiva in tutta la Regione, anzitutto partendo dall'applicazione della Legge 10 del 14/1/2013 che obbliga ciascun Comune sopra 15.000 abitanti a mettere a dimora un albero per ogni nuovo nato o adottato.
  • La riorganizzazione del sistema sanitario regionale con particolare riferimento alla medicina di prevenzione, garantendo sistemi di monitoraggio degli effetti sanitari relativi alle emissioni di ciascun territorio, in modo partecipato con le comunità locali.
  • Campagne di sensibilizzazione e formazione alla sostenibilità ambientale rivolte alle scuole di ogni ordine e grado, al personale della Pubblica Amministrazione e alle aziende.

Tutte questioni fondamentali e trasversali per ogni città, che dovrebbero essere affrontate il prima possibile senza se e senza ma.

Rete Ambiente Lombardia

La neonata Rete Ambiente non si pone quindi come una nuova realtà che va ad aggiungersi alle altre, bensì come una sorta di aggregatore di tutte quelle già esistenti che da tempo svolgono un lavoro fondamentale sui territori lombardi e oltre. Una grande, nuova figura con l’obiettivo di porsi come mediatore tra le istanze e i bisogni (ambientali ma anche sanitari) dei cittadini e il mondo politico-istituzionale.

L’idea di base è sì agire sul territorio lombardo ma anche partire da esso come modello per imporsi nel panorama nazionale e trascinare tutti in un percorso che renda il rapporto con i territori più rispettoso possibile.

Ma quali sono le trame di questa rete? L’elenco è lunghissimo (per ora circa 50 realtà) e coinvolge coordinamenti e associazioni note come Cittadini per l’Aria, Legambiente, Extinction Rebellion Milano, Fridays for Future Lombardia, No Triv Lombardia, Medicina Democratica Brescia, WWF Bergamo, ISDE MIlano, Basta Veleni.