In Montana gli attivisti per l’ambiente si appellano alla Costituzione e vincono la causa contro lo Stato Americano

Un gruppo di sedici ragazzi aveva fatto causa allo Stato Americano perchè non rispettava un principio cardine presente nella costituzione, ovvero quello di garantire un ambiente pulito e salubre. Si tratta del primo processo vinto per l’ambiente, nella storia degli Stati Uniti.
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Mattia Giangaspero 16 Agosto 2023

Si tratta di una vittoria storica e senza precedenti quella che un gruppo di sedici ragazzi, attivisti del clima hanno ottenuto in America, specificamente nello Stato del Montana. Una vittoria storica perchè è sia stata la prima volta, a livello giurisdizionale, sia perchè il caso in questione va avanti dal 2020 e riguarda dei ragazzi dall'età di 5 ai 22 anni.

Ripercorriamo la loro vicenda. Il motivo della causa allo Stato è stato che la politica del governo a sostegno dei combustibili fossili non tutelerebbe il loro diritto costituzionale a vivere in un ambiente sano

Da questo si evince come la vittoria sarebbe stata quasi scontata, in quanto i ragazzi si sono appellati direttamente alla Costituzione, a quanto era scritto all'interno riguardo alla vita dei singoli cittadini in "ambienti puliti e sani".

L'iniziativa, simile ad altre portate avanti in varie zone del mondo, rappresenta un unicum perché per la prima volta si tira in ballo la Costituzione di uno Stato (il Montana, appunto), che ha due articoli precisi. Il numero 3 dice testualmente: “Tutte le persone nascono libere e hanno alcuni diritti inalienabili. Essi includono il diritto a un ambiente pulito e salubre”. Il 9, dal canto suo, ribadisce: “Lo Stato e ogni persona devono mantenere e migliorare un ambiente pulito e sano nel Montana per le generazioni presenti e future”.

L'azione legale parte dal fatto che il governatore del Montana, Greg Gianforte, non solo ha ritirato lo Stato da quel gruppo di enti politici che si impegnano a tagliare le emissioni di gas serra (US Climate Alliance), ma ha anche firmato due leggi che evitano la chiusura delle centrali a carbone.

Dopo tre anni, che hanno visto discussioni, dibattimenti e poi l'inizio effettivo del Processo a giugno 2023, lunedì 14 agosto la giudice della Corte distrettuale della contea di Lewis and Clark, Kathy Seeley ha ritenuto incostituzionale la politica utilizzata dallo Stato per valutare le richieste di permessi per i combustibili fossili, poiché non consente di valutare gli effetti delle emissioni di gas serra.

Gli avvocati dei 16 querelanti, membri del gruppo Our children's trust hanno presentato durante le due settimane di processo di giugno le prove di come l'aumento delle emissioni di anidride carbonica stia provocando temperature più calde, maggiore siccità e incendi e una diminuzione del manto nevoso.

Secondo gli esperti chiamati in causa, questi cambiamenti stanno danneggiando la salute fisica e mentale dei giovani.

Due accorgimenti però bisogna farli ugualmente. Si tratta di un fatto storico, il primo in assoluto, però la vittoria è molto circoscritta, in quanto si tratta di un tribunale Statale del Montana e non federale e la Costituzione presa sotto esame non è quella degli Stati Uniti, ma del singolo Stato. E poi sarà lo stesso Stato del Montana a dover trovare una soluzione. Ricordiamo però che si tratta di uno degli Stati americani con il maggior consumo di carbone per la produzione di energia e non sarà facile cambiare questo. Quasi impossibile farlo in poco tempo.

Emily Flower, portavoce del procuratore generale del Montana Austin Knudsen, ha definito la sentenza "assurda" e ha detto che l'ufficio farà ricorso. Ha criticato Seeley per aver permesso ai querelanti di mettere in scena quella che Flower ha definito una "trovata pubblicitaria finanziata dai contribuenti".