Influenza suina, nel Regno Unito confermato il primo caso di infezione con un ceppo “nuovo”

Le autorità sanitarie britanniche hanno confermato il primo caso di infezione da influenza suina dovuto a un particolare ceppo di virus A(H1N2)v: si tratta, cioè, un tipo di virus diverso dai 50 casi umani di influenza A (H1N2) individuati in altre parti del mondo.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 28 Novembre 2023
* ultima modifica il 29/11/2023

Ha avuto un lieve malore ma si è ripreso quasi subito. Dietro al malese di un cittadino britannico, però, c’era un’infezione da influenza suina.

L’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria (Ukhsa), in una nota, ha confermato che l’uomo sarebbe stato infettato dal virus A(H1N2)v, un particolare ceppo della cosiddetta influenza suina.

Si tratta di una notizia importante perché è la prima volta che una persona nel Regno Unito viene infettata da questa specifica forma virale.

Il virus è stato rilevato attraverso il test della reazione a catena della polimerasi (PCR) ed è poi stato successivamente caratterizzato utilizzando il sequenziamento del genoma.

Ad oggi il punto di origine del contagio non è stato ancora accertato e resta oggetto di indagine, l’UKHSA però sta lavorando per determinare le caratteristiche dell’agente patogeno e valutare il rischio per la salute umana. Al momento però non ci sono prove che dimostrino che l’H1N2 avrebbe un potenziale pandemico, in più non si sa ancora quanto sia trasmissibile.

Niente allarmismi, insomma.

Forse non lo sapevi, ma i virus dell’influenza A(H1) (che oggi, di fatto, è una malattia stagionale respiratoria) sono enzootici, endemici cioè nelle popolazioni suine nella maggior parte delle regioni del mondo.

Ci sono però dei sottotipi di virus dell’influenza suina A che occasionalmente possono infettare l’uomo, di solito dopo un’esposizione diretta o indiretta a maiali o ambienti contaminati.

I principali sono i ceppi H1N1, H1N2 e H3N2. Quello individuato nel Regno Unito è tuttavia un “clade” distinto, cioè un tipo di virus diverso dai recenti casi umani di influenza A (H1N2) individuati in altre parti del mondo.

Dal 2005 sono stati segnalati 50 casi umani in tutto il mondo di influenza A(H1N2)v ma nessuno di loro era correlato geneticamente a questo particolare ceppo, sebbene sia simile ai virus influenzali che circolano nei maiali nel Regno Unito.

La situazione nel Regno Unito, come detto, al momento è tenuta sotto osservazione. È naturale tuttavia pensare di riflesso alla situazione italiana.

Considera che nel 2009 il virus dell’influenza A/H1N1 è stato il protagonista di una pandemia diffusasi praticamente in tutto il mondo, compresa l’Italia. Da metà aprile di quell’anno diversi Paesi (a partire dal Messico) avevano cominciato a riportare casi di infezione nell’uomo dovuti a un nuovo virus influenzale di tipo A/H1N1, poi ribattezzato A(H1N1)pdm09.

Il 25 aprile l’allora Direttore generale dell’Oms Margaret Chan aveva dichiarato l’evento una “emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale” per arrivare poi, l’11 giugno, a dichiarare ufficialmente lo stato di pandemia da nuovo virus influenzale.

Ad agosto 2010 si è conclusa la fase 6 dell’allerta pandemica entrando così nella fase post-pandemica e di convivenza con il virus.

Quel capitolo della nostra storia probabilmente te lo ricorderai o comunque ne avrai sentito parlare. In Italia la pandemia da influenza suina provocò circa 4milioni e 400mila casi e costò la vita a meno di 300 persone. Da allora, le infezioni da influenza suina nell’uomo hanno continuato ad essere rilevate, seppur in maniera sporadica.

Come ti abbiamo raccontato, il virus non si può considerare sparito o debellato. Il vaccino antinfluenzale che vieneofferto alla popolazione ad inizio inverno tuttavia può proteggere anche dalle complicanze più gravi di questa infezione.

Fonti | Ukhsa; Epicentro

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.