Inquinamento da microplastiche senza freni: sono 24,4 trilioni le particelle disperse nell’ambiente

A sostenere che la contaminazione legata alle minuscole particelle di materiale di plastico negli oceani sia stata finora sottostimata dalla comunità scientifica è un nuovo studio internazionale: in media per chilometro quadrato sono presenti tra i 113 mila e i 5,3 milioni di frammenti di microplastiche (tradotto in peso, rispettivamente 130 grammi a 2,67 chili).
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Federico Turrisi 17 Settembre 2021

Che le microplastiche siano ormai dappertutto – sono state trovate perfino nella placenta umana – non è certo una novità. Su Ohga ne abbiamo parlato più volte. La ricerca scientifica sta indagando ancora su quali possano essere gli effetti per la salute, e intanto prova  anche a quantificare quale sia l'entità dell'inquinamento provocato dalla dispersione di queste microparticelle dal diametro inferiore ai 5 millimetri. Un'operazione niente affatto semplice.

Sulla base dei precedenti lavori pubblicati sull'argomento, un gruppo internazionale di ricercatori, guidato da Atsuhiko Isobe, docente del Centro di ricerche oceaniche e atmosferiche presso l'università giapponese di Kyushu, ha fornito una nuova stima in uno studio apparso la scorsa settimana sulla rivista Microplastics and Nanoplastics. Il numero di microplastiche che inquinano i mari e gli oceani del pianeta non si aggira intorno ai 5,5 trilioni ma sarebbe quasi cinque volte superiore: circa 24,4 trilioni.

Secondo i calcoli dei ricercatori, stiamo parlando di una quantità complessiva compresa tra le 82mila e le 578 mila tonnellate. Che la contaminazione sia generalizzata, dalle coste fino agli abissi, è un dato assodato. In media su una superficie di un chilometro quadrato si possono incontrare tra i 113 mila e 5,3 milioni di frammenti, equivalenti grosso modo a un peso compreso tra i 130 grammi e i 2,67 chili.

Tutto questo materiale dunque è presente nell'ecosistema marino e penetra nella catena alimentare degli organismi che lo abitano fino ad arrivare a noi uomini. Recentemente un gruppo di scienziati ha lanciato un appello per fermare la produzione di plastica vergine entro il 2040 e utilizzare solo quella riciclata. I danni provocati dal marine litter sono già adesso immensi. Non possiamo permetterci di consegnare alle future generazioni un mondo soffocato dalla plastica.

Fonte | "A multilevel dataset of microplastic abundance in the world’s upper ocean and the Laurentian Great Lakes", pubblicato su Microplastics and Nanoplastics il 9 settembre 2021.