Inquinamento in Lombardia, l’Arpa spiega: “Non è facile ridurlo in poco tempo”

L’Arpa ha analizzato la qualità dell’aria in Lombardia durante lo stop imposto dall’emergenza Coronavirus.
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Alessandro Artuso 7 Aprile 2020

Durante il periodo del Coronavirus sono state condotte delle analisi per comprendere le cause dell'inquinamento. Lo studio è di Arpa Lombardia che ha pubblicato i dati registrati durante il periodo di chiusura per il Coronavirus analizzando la qualità dell'aria. Secondo i dati l'aumento delle polveri sottili dipende dalle automobili, ma non solo.

Sicuramente il blocco delle attività ha fortemente diminuito il traffico in Lombardia facendo calare il benzene, biossido di azoto e monossido di azoto che sono tutti agenti fortemente inquinanti per le città o i paesi in cui vivi, causati soprattutto dal traffico quotidiano. A tal proposito anche Arpa ha specificato cosa ha scoperto: "Per il biossido di azoto (NO2) e ancora più per il monossido di azoto (NO) e per il benzene – spiega Arpa – le concentrazioni rilevate si sono sensibilmente ridotte e, in alcune stazioni, risultano perfino inferiori ai valori più bassi registrati in ciascun giorno di calendario nel periodo di osservazione nei dieci anni precedenti. In questo caso è quindi più evidente l’effetto della riduzione delle emissioni".

Arpa Lombardia ha analizzato in primis le riduzioni delle emissioni inquinanti con particolare attenzione al settore dei trasporti. A seguire, invece, condizioni ambientali e meteorologiche per avere una visione completa. I dati hanno certificato la presenza di particolato, anche se in maniera ridotta, per le condizioni meteo e per l'ambiente in cui viviamo.

In alcuni casi, infatti, nemmeno la diminuzione del traffico ha impedito di scendere sotto il limite previsto per un'aria più pulita e sana da respirare in Lombardia. Ed è così che l'Arpa ha voluto mostrare la difficoltà nella riduzione drastica dei valori che sono presenti, normalmente, nella nostra atmosfera.