Italiani senz’acqua, 3,5 milioni di persone rischiano di non avere l’acqua del rubinetto: l’analisi di Anbi e Cnr

Si parla, facendo una stima del 6-15% della popolazione italiana. Un dato, quello che emerge dal report del Cnr che preoccupa tutti, in primis l’Associazione nazionale dei consorzi di bacino (L’Anbi). In questa settimana il governo si muoverà per affrontare un tema delicato e provare a mettere in sicurezza un bene prezioso e universale come l’acqua.
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Mattia Giangaspero 27 Febbraio 2023

Il Consiglio nazionale della ricerca (Cnr)  ha stimato che una percentuale fra il 6% e il 15% della popolazione italiana vive in territori, ormai, esposti ad una siccità estrema. Non piove più, manca l'acqua. Si stima, in numeri, che circa 3,5 milioni di italiani rischiano di restare senz'acqua del rubinetto. Infatti, le temperature già calde che si sono registrato nel mese di Febbraio, hanno anche diminuito le precipitazioni di neve in montagna e la Pianura Padana ha sofferto maggiormente.  Secondo il Cnr la quantità di neve caduta da inizio anno sulle Alpi è inferiore ai valori medi del decennio 2011-2021. Il Po registra delle portate che sono al di sotto già del minimo storico e anche di quanto si è registrato lo scorso anno.

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In Italia, con il Po a secco, rischia 1/3 del made in Italy agroalimentare che viene prodotto proprio in quelle zone e dove poi si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale. Nel nostro Paese, ricorda la Coldiretti, si registra a livello nazionale un deficit idrico del 30% che sale al 40% nel Nord Italia.

L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno superato nel 2022 i 6 miliardi di euro.

In Piemonte, poi, quasi tutti i fiumi, si ritirano e così aumenta il divario rispetto ai livelli che si registravano gli anni passati. (Sesia -74%, Stura di Demonte -52%, Stura di Lanzo -34%, Toce -46%).  Unici fiumi che segnano una piccola ripresa sono il Pesio e  il Tanaro, la cui portata resta comunque inferiore al 2022 ed è inferiore del 77,5%  alla media.

In Lombardia invece resta allarmante è la condizione del fiume Adda, la cui portata continua costantemente a decrescere da mesi ed attualmente (mc/s 58) è nettamente inferiore a quelle dei recenti anni più siccitosi (2022: mc/s 74; 2017: mc/s 83); ai minimi sono anche i livelli di Serio ed Oglio (- 15 centimetri sull'anno scorso e ben 1 metro e 14 centimetri sul 2021).

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L’assenza delle piogge a febbraio si porta dietro con sé anche il fantasma della siccità  nelle zone tirreniche dell’Italia centrale. La decrescita di livello del fiume Tevere è costante dall’Umbria fino alla foce. La portata dell’Aniene è meno della metà della media storica. Il lago di Bracciano è a un livello più basso di 14 centimetri rispetto al 2022.

Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, l’Associazione nazionale dei consorzi di bacino ha commentato così in merito ai dati del report:

"Dati alla mano è lecito ritenere che, per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l'acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata. E' la dimostrazione del clamoroso errore, che fa chi ritiene la siccità un problema prettamente agricolo, pur essendo il settore primario e la sovranità alimentare, i primi ad esserne minacciati"

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