La Danimarca pagherà 100 milioni di corone per riparare i danni del Climate Change ai Paesi più poveri: è il primo Stato dell’Onu a farlo

Il ministro dello Sviluppo danese ha annunciato che verrano stanziati più di 13 milioni di dollari nel fondo «loss and damage», un meccanismo internazionale che spinge i Paesi più sviluppati a investire risorse economiche per aiutare le aree del mondo meno industrializzate ma più colpite deglieffetti devastanti dei cambiamenti climatici.
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Kevin Ben Alì Zinati 23 Settembre 2022

Cento milioni di corone. È quanto la Danimarca è pronta a mettere sul tavolo per sostenere i Paesi in via di sviluppo danneggiati, devastati, dai cambiamenti climatici.

La Danimarca diventa così il primo Paese membro dell’Onu a versare il proprio contributo nel cosiddetto fondo «loss and damage» pensato per risarcire i dei Paesi più vulnerabili e gravemente colpiti da alluvioni, inondazioni, siccità, estremi aumenti di temperatura e tutte le altre catastrofi in ci si è manifestata la crisi climatica.

L’annuncio è arrivato direttamente dal ministro dello Sviluppo Flemming Møller Mortensen nel corso di una riunione ministeriale a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.

“Si tratta di mostrare la nostra responsabilità da parte danese” ha commentato il Ministro, che ha ribadito con forza quanto sia estremamente ingiusto che tocchi ai Paesi poveri a pagare il prezzo più alto delle enormi emissioni di CO2 a cui loro stessi non hanno contribuito.

Cos’è «loss and damage»

In prima battuta la risposta globale contro il cambiamento mirava a contrastare e ridurre le emissioni di gas serra per limitare il riscaldamento globale e i suoi impatti.

Nel giro di poco tempo però abbiamo capito che alcuni degli impatti del Climate Change non solo sarebbero effettivamente arrivati ma sarebbero stati anche irreversibili.

È diventato presto chiaro che, semmai, avremmo dovuto prevedere un processo di adattamento unito a un piano di resilienza in grado di guidarci in un mondo “nuovo” e diverso.

Se nel nord del Pianeta la crisi climatica ci ha messo più di qualche decennio a farsi sentire, nei Paesi più poveri e in via di sviluppo il peso delle sue conseguenze ha colpito più forte e più in fretta, portando persone, comunità ed economie in grave emergenza.

Come ben sai, però, gli impatti del Climate Change non si quantificano solo in termini economici o monetari, sono più ampi e includono anche le cosiddette «perdite non economiche» come i danni irreversibili alla biodiversità o ai territori e alle identità culturali locali.

Per questo fin dagli anni ’90 si è cominciato a parlare di fondi e investimenti che i Paesi più ricchi avrebbero potuto (o forse meglio dovuto) destinare a queste aree del mondo meno abbienti ma il progetto ha sempre sollevato forti polemiche.

Gli Stati cosiddetti «sviluppati» hanno sempre contestato qualsiasi richiesta di «compensazione» da parte degli Stati meno sviluppati, rigettando allo stesso tempo anche ogni assunzione di responsabilità.

In questo contesto, i negoziati tra Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo negli anni sono diventati sempre più difficili e solo all’interno dell’Accordo di Parigi, quindi dopo quasi 20 anni, è stato raggiunto un compromesso politico sul «loss and damage».

Un meccanismo ulteriormente aggiornato – sebbene ancora in maniera non definitiva definitiva – durante la Cop26.

I fondi danesi

Il ministero dello Sviluppo danese ha spiegato come verranno suddivisi i 100 milioni di corone destinati al «loss and d’amante», pari a più di 13 milioni di dollari:

  • 35 milioni di corone danesi (4,7 milioni di euro) andranno a un’organizzazione di Francoforte, in Germania, attiva nel sovvenzionamento delle assicurazioni nei paesi più poveri.
  • 32,5 milioni di corone danesi (4,4 milioni di euro) andranno ai partenariati strategici con la società civile, che lavorano con perdite e danni legati al clima. Un focus speciale sulla regione del Sahel che si estende nel deserto del Sahara del Nord Africa.
  • 25 milioni di corone danesi (3,4 milioni di euro) verranno impiegati per sforzi strategici in grado di sostenere gli attuali negoziati sul cambiamento climatico in vista della Cop27.
  • 7,5 milioni di corone (941.314 euro) saranno assegnati ad enti e organizzazioni civili che lavorano nei paesi in via di sviluppo per migliorare la resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici.

Un gesto che ispiri

Fino ad ieri solo la Scozia e la regione belga della Vallonia avevano promesso sostegni ai Paesi in via di sviluppo per riparare ai danni subito per via del Climate Change.

Nessuno dei due, però, è membro delle Nazioni Unite. La Danimarca farò quindi da apripista, nella speranza di ispirare altri Stati a fare lo stesso.

Il sostegno destinato dal governo francese al progetto «loss and damage» non è eccessivamente elevato ma rappresenta un importante atto simbolico: tutti dobbiamo assumerci la responsabilità dei danni procurati al Pianeta e al resto del mondo; tutti dobbiamo rimboccarci le maniche per ripararli.