La fecondazione assistita potrebbe salvare i koala dal rischio di estinzione

Non solo allevamenti in cattività, ma anche il ricorso alla fecondazione assistita. Per salvaguardare la specie dei koala, è necessario considerare più opzioni possibili. E il biobanking potrebbe essere una valida soluzione.
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Gaia Cortese 22 Aprile 2022

Entro il 2050 i koala potrebbero scomparire dal nostro pianeta. La distruzione dello loro habitat, le malattie, i frequenti incidenti stradali in cui sono coinvolti e, non meno grave, il danno provocato dagli ultimi devastanti incendi (solo tra il 2019 e il 2020, per questo motivo, sono rimasti uccisi 64mila koala), sono le principali cause che hanno portato questi animali a correre un elevato rischio di estinguersi.

In un recente articolo pubblicato sulla rivista Animals, alcuni ricercatori dell’Università di Newcastle avrebbero trovato una possibile soluzione: la fecondazione assistita e la realizzazione di biobanche esclusivamente dedicate ai koala. Una soluzione che non solo rappresenterebbe un sostegno per i programmi di riproduzione in cattività, ma che comporterebbe anche una considerevole riduzione dei costi.

Nella pratica, il cosiddetto biobanking potrebbe risolvere la questione della sopravvivenza dei koala congelandone lo sperma per poi riutilizzarlo per fecondare le femmine in un programma di riproduzione assistita.

Questa strada sarebbe vantaggiosa anche per motivi economici. Fino ad ora, infatti, si puntava solo sull’allevamento dei koala in cattività; una soluzione che tuttavia portava a un altro problema, quello dell’inbreeding, l’accoppiamento tra koala con stretti legami di parentela a cui sono legati altri problemi derivanti dalla scarsa diversità genetica (disfunzioni riproduttive, infertilità, bassa resistenza alle malattie e scarsa capacità di adattamento alle condizioni ambientali). Per questo motivo diventa necessario pensare ad altre strade per garantire la sopravvivenza di questa specie.

Riuscire a conservare il materiale genetico dei koala, congelandone lo sperma, e quindi sfruttare le tecniche di fecondazione assistita già impiegate tra gli esseri umani, potrebbe sostenere l’allevamento di animali in cattività, ma in colonie più ristrette, quindi con un notevole risparmio in termini di denaro.