La Gran Bretagna pensa alla svolta energetica: più fotovoltaico ed eolico, ma anche nucleare. E i problemi non mancano

La Gran Bretagna vuole investire in maniera forte sull’energia rinnovabile da qui al 2030. Si punta su eolico offshore e onshore, fotovoltaico, ma anche nucleare. Non mancano le polemiche, sia di chi non vuole pale e pannelli solari vicino casa, sia di critica l’alto costo delle centrali nucleari. Ma la maggioranza dei britannici vuole le energie rinnovabili (e anche risparmiare in bolletta).
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Michele Mastandrea 31 Marzo 2022

Triplicare il numero di pannelli solari. Quadruplicare l'energia ricavata da impianti eolici offshore. Raddoppiare quella ottenuta da impianti eolici onshore e dalle centrali nucleari. Il tutto entro il 2030.

Questa, devi sapere, è la strategia in discussione in Gran Bretagna per procedere ancora più speditamente verso la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. È interessante per te capire di cosa si tratta, dato che le stesse proposte e le stesse discussioni potrebbero avvenire tra un pò di tempo anche qui in Italia.

Una nuova roadmap

La nuova strategia è stata proposta da Kwasi Kwarteng, che dirige il Dipartimento per le imprese, l'energia e la strategia industriale del governo di Londra. Per quanto riguarda gli aumenti di energia prodotta, per quanto riguarda il solare si passerebbe da 14 a 50 GW, per l'eolico offshore da 11 a 50 GW, per l'eolico onshore da 15 a 30 GW e per l'energia nucleare da 7 a 16 GW. In quest'ultimo caso, l'aumento di capacità avverrebbe attraverso le realizzazione di sei nuove centrali.

La proposta ha poi permesso al governo di giustificare lo stop a una tassazione ulteriore delle compagnie petrolifere che operano nel Mare del Nord, difendendo dunque i profitti del settore dell'energia fossile.

La spinta della guerra

L'accelerazione è senza dubbio dovuta alle conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina, che hanno aggiunto il tema dell'indipendenza energetica a quello della tutela del futuro del pianeta. L'energia rinnovabile è del resto "invulnerabile alle manipolazioni di Putin", ha affermato il premier britannico Boris Johnson. Per cui il leader del Cremlino "potrebbe avere la mano sui rubinetti di petrolio e gas, ma non c'è nulla che possa fare per fermare il vento del Mare del Nord".

Non mancano però le polemiche, che sono di due tipi. Da un lato, alcuni parlamentari della maggioranza di governo, guidata dal Partito Conservatore, sono solidali con le proteste di alcune popolazioni locali contro l'installazione di turbine eoliche. Dall'altra seri dubbi insorgono sulla necessità di costruire nuove centrali nucleari, in particolari visti i tempi per metterle in funzione e il costo sempre minore di altre tecnologie (come appunto solare e eolico) che non hanno però il problema dello smaltimento delle scorie radioattive e di possibili gravi incidenti.

Polemiche su eolico e nucleare

In merito all'opposizione agli impianti eolici, parlamentari della maggioranza hanno appoggiato le proteste di comunità locali tra Suffolk e Cambridgeshire contro progetti di costruire maxi-impianti fotovoltaici. I comitati spiegano di non essere contro le rinnovabili, ma di voler evitare che la campagna inglese diventi "un mosaico di pannelli solari" e di essere preoccupati per la biodiversità nella regione. La proposta alternativa è di costruirli sui tetti delle abitazioni e delle fabbriche, evitando di impattare ulteriormente sul suolo.

Per quanto riguarda le centrali nucleari, spaventa – oltre al tema della sicurezza – il costo per costruirle e il tempo per metterle effettivamente in funzione. In Gran Bretagna sono già in via di realizzazione gli allargamenti degli impianti di Hinkley Point e Sizewell, quest'ultimo proprio nello stesso Suffolk dove esistono comitati contro l'aumento degli impianti di pannelli fotovoltaici onshore.

La popolazione vuole le rinnovabili

Il governo starebbe reagendo a queste perplessità concedendo incentivi agli abitanti vicini alle pale eoliche o alle nuove centrali nucleari. Del resto, secondo un sondaggio dell'azienda di fornitura elettrica Octopus Energy, l'87% sarebbe favorevole a vivere in aree dove sorgeranno nuovi impianti se questo volesse significare un risparmio in bolletta del 50%.

Insomma, su un punto tutti sembrano essere d'accordo: l'energia rinnovabile conviene. Il problema rimane ora dove e soprattutto in che modo produrla.