La Legge 40 compie vent’anni: com’è cambiata in Italia la procreazione assistita e cosa manca ancora

La Legge 40 festeggia 20 anni: è dal 2004 che in Italia abbiamo una norma che permette la fecondazione medicalmente assistita. Si tratta dell’insieme di quelle procedure a cui possono accedere le coppie formate da individui di sesso diverso per provare concepire un figlio superando infertilità o sterilità. Il percorso di crescita di questa legge negli anni ha portato a diversi successi ma oggi manca ancora qualcosa. Come, per esempio, l’accesso per i single e le coppie dello stesso sesso.
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Kevin Ben Alì Zinati 9 Febbraio 2024
* ultima modifica il 09/02/2024

La Legge 40 compie vent’anni. Da due decenni, insomma, in Italia abbiamo una legge che regola la procreazione mediamente assistita, che probabilmente conoscerai anche come «fecondazione artificiale».

Era il 10 febbraio del 2004, infatti, quando il Parlamento approvò la prima norma per quell’insieme di procedure che aiutano le coppie a superare l’ostacolo dell’infertilità o della sterilità e a provare a concepire un bambino.

Fu un momento di grande entusiasmo perché finalmente anche il nostro paese si uniformò a quanto stava accadendo in Europa e nel resto del modo.

fecondazione

Fu una battaglia vinta in nome della scienza e della vita che ci permise di adeguarci al cambiamento – sociale e antropologico – a cui ci aveva portati il progresso tecnologico. Non fu, tuttavia, una vittoria definitiva.

Nella prima versione della Legge 40 restavano ancora diversi vuoti dal colmare e nel corso degli anni furono necessarie ulteriori revisioni e modifiche per rendere tale norma sempre più equa e democratica. Un processo che, come ti spiegherò nel dettaglio più avanti, ha permesso diversi passi in avanti come la PMA eterologa ma che oggi resta comunque ancora aperto.

Ci sono ancora delle barriere da scardinare, una su tutte: garantire l’acceso alle pratiche di procreazione mediamente assistita anche alle coppie composte da individui dello stesso sesso.

Cosa dice la Legge 40

Secondo quanto previsto dalla Legge 40, quando una coppia non riesce a portare a termine con successo un concepimento a causa di infertilità o sterilità – opportunamente certificate da un medico – può dunque fare richiesta per ricorrere alle procedure di procreazione medicamento assistita.

Fai attenzione, perché la legge oggi non garantisce l’accesso a tutti ma solamente a coppie formate sposate o convivente e composte di individui di sesso diverso e in età potenzialmente fertile.

Nel corso del tempo, come ti accennavo prima, si sono susseguite battaglie legali per aggiornare – e migliorare – la Legge 40 rendendola il più democratica ed equa possibile. La prima svolta è arrivata nel 2014, quando è stato abrogato il divieto di fecondazione eterologa.

In origine infatti la PMA era consentita soltanto in maniera omologa, quindi con il prelievo di uno o entrambi i gameti da un donatore interno alla coppia. Grazie alla storica sentenza 9 aprile – 10 giugno 2014, è stato resa possibile la fecondazione in cui uno o entrambi i gameti provengono da una persona esterna.

Un successivo passo in avanti è arrivato l’anno dopo, quando una sentenza della Corte Costituzionale ha consentito l’accesso alla fecondazione artificiale anche alle coppie fertili in cui uno degli individui sia affetto da una malattia genetica trasmissibile.

Da quando è gratuita in tutte le Regioni

In tutto questo, tuttavia, mancava un passaggio fondamentale che rendesse la PMA accessibile anche dal punto di vista economico in maniera uniforme su tutti il territorio nazionale.

A partire dal primo gennaio 2024, tali procedure sono state però inserite nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero quelle prestazioni e servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di un ticket.

Da oggi, dunque, le coppie che accederanno alla PMA omologa non sovrano pagare alcuna cifra mentre servirà un ticket indicativamente intorno ai mille euro per procedere con la fecondazione eterologa.

Cosa manca (da eliminare)

La Legge 40 oggi compie vent’anni è ma ancora lontana dal diventare adulta e dal sottrarsi, dunque, ai cambiamenti. O meglio: all’evoluzione. Resta ancora molto da fare, molti divieti da superare ed eliminare.

Alcuni di questi li ha ricordati l’Associazione Luca Coscioni, che negli anni è stata in prima linea nelle piazze e nelle aule di tribunale proprio per garantire la riforma di una legge “che ci vedeva secondi solo al Costa Rica per numeri e qualità dei divieti nell’applicazione di tecniche che ‘consentono’ la fecondazione medicalmente assistita per provare ad avere un figlio” ha dichiarato Filomena Gallo, avvocato e segretaria dell’Associazione.

C’è ancora da lavorare, insomma, per eliminare il divieto di accesso alle tecniche di fecondazione assistita per i single e, appunto, per le coppie dello stesso sesso; il divieto di donare alla ricerca scientifica embrioni ritenuti non idonei per una gravidanza e anche la disuguaglianza tra Regioni nell’accesso a tutte le tecniche di fecondazione assistita a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Fonti | Ministero della Salute; Associazione Luca Coscioni

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