La nuova strategia per combattere l’antibiotico-resistenza: dal Gemelli di Roma arriva la task force contro i super batteri

Il progetto Antimicrobial Stewardship Center of Excellence mira a unire la prevenzione con la diagnostica molecolare e un “approccio sindromico” per rilevare in tempo un’infezione microbica in corso in un paziente, scoprire a quali antibiotici quel patogeno è resistente e somministrare così il farmaco più giusto. In questo modo, miglioreremmo il nostro utilizzo di farmaci riducendo così la diffusione dei batteri ruspar resistenti.
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Kevin Ben Alì Zinati 24 Maggio 2023
* ultima modifica il 24/05/2023

L’unione fa la forza, e quando si parla di antibiotico-resistenza e super batteri, con «unione» s’intende mettere insieme due strategieprevenzione e strategia pro-attiva – per dare una risposta efficace a un’emergenza incontrollabile.

Sì, perché la crescente presenza di agenti patogeni abili a resistere ai farmaci e alle terapie che oggi abbiamo a disposizione sta assumendo dimensioni sempre più grandi.

Per tracciare la portata del fenomeno, considera che nell’Unione Europea oltre 670mila infezioni sono legate a batteri resistenti agli antibiotici e quasi 33mila persone muoiono a causa di queste infezioni.

Restringendo il cerchio alla singola Italia, i numeri restano gravi con circa 11mila decessi, praticamente un terzo di tutti i decessi in Europa, la metà dei quali potrebbero essere prevenuti.

Se il presente è serio, il futuro appare pure peggio. Secondo le stime, infezioni e decessi provocati da batteri super resistenti potrebbero aumentare al punto che nel 2050, solo nel nostro Paese, potremmo avere qualcosa come 450mila morti per infezioni.

Non a caso, il dottor Giuliano Rizzardini aveva definito l’antibiotico-resistenza come la prossima, potenziale pandemia.

Prevenire, però, non basta più: il consumo sfrenato (spesso abuso) di antibiotici è andato troppo oltre. Secondo gli esperti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma serve, quindi, agire «pro-attivamente».

Tradotto, significa che dobbiamo trovare il modo per scovare in tempo i patogeni che hanno imparato a sfuggire all’azione dei nostri farmaci, mettere così da parte le terapie che non funzionano più e somministrare ai pazienti i farmaci giusti.

Come riuscirci? È l’obiettivo dell’Antimicrobial Stewardship Center of Excellence (AMS COE), un progetto italiano del Gemelli che, in una partnership strategica con la multinazionale della diagnostica bioMérieu, vuole affrontare il problema unendo la prevenzione con strategie di diagnostica molecolare e un «approccio sindromico».

“L’obiettivo è dunque quello di contrastare la vecchia abitudine di ricorrere a trattamenti antibiotici sequenziali, cioè di provare nello stesso paziente farmaci diversi prima di trovare quello giusto. Una procedura – ha spiegato  Maurizio Sanguinetti, direttore del Dipartimento Scienze di Laboratorio e infettivologiche, direttore della UOC Microbiologia, ordinario di Microbiologia all’Università Cattolica e past president dell’European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseasesancora troppo diffusa e pericolosa in quanto alimenta a sua volta la diffusione dell'antibiotico-resistenza".

Il risultato di una diagnostica superficiale, secondo Sanguinetti, porta all’utilizzo indiscriminato di diversi trattamenti antibiotici e antimicotici che alla fine possono rivelarsi inutili e dannosi, non solo per il paziente che li riceve, ma anche per l’intera comunità. "È ormai assodato che il problema dell’antimicrobico-resistenza dipende in grandissima parte dal sempre più diffuso abuso di farmaci”.

La task-force del Gemelli quindi lavorerà per rilevare nei pazienti la presenza di un’infezione microbica in corso e, attraverso appositi test rapidi, cercherà di scoprire a quali antibiotici quel patogeno è resistente: un modo per facilitare insomma la scelta del farmaco più efficace.

Sapere con esattezza qual è l’agente patogeno specifico responsabile di un’infezione e a quali degli attuali trattamenti a nostra disposizione è resistente, renderebbe più efficiente il nostro utilizzo di antibiotici e, di conseguenza, ridurrebbe il rischio di diffusione dei super-microbi aumentando così le nostre chances di cura.

Una ricetta, insomma, per tamponare oggi quest'emergenza, quando siamo ancora in tempo.

Fonte | Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.