La plastica resiste negli abissi marini per decenni: la scoperta di uno studio tedesco

Una resistenza senza eguali che preoccupa gli scienziati per la sua presenza, altamente inquinante, nelle acque del mare. Un pericolo incombente per l’ambiente, ma anche per gli animali.
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Alessandro Artuso 16 Giugno 2020

La plastica in mare è un gravissimo problema per due ragioni: da un lato la sua lentezza nella degradazione, dall’altro un inquinamento prolungato nel tempo a causa della sua resistenza. Questo materiale è un rifiuto purtroppo presente nelle acque di tutto il mondo e adesso è diventato oggetto di uno studio apparso sulla rivista Scientific Reports.

I risultati dello studio

Il lavoro è partito da una spedizione dei ricercatori dell’Università di Kiel nel 2015 che ha portato alla scoperta sul fondo dell’Oceano Pacifico di grandi quantità di plastica (oltre anche i 4mila metri di profondità).

Durante la spedizione negli abissi sono stati trovati dei prodotti di plastica ancora integri. Nel caso specifico si parla di rifiuti che sarebbero in acqua dalla fine degli anni Ottanta, massimo metà degli anni Novanta. La notizia è un grave campanello d’allarme perché mostra come questo materiale non si deteriori neanche dopo tanto tempo.

Il pericolo della plastica per l’intero ecosistema

Come se non bastasse i prodotti ritrovati (una confezione di formaggio ed una lattina) non presentavano grossi segni di deterioramento causati dalle acque del mare. La conclusione è che anche nelle grandi profondità la plastica continua ad essere un prodotto che inquina tantissimo e provoca la morte di molti esemplari marini.