
Ognuno scende in piazza con i mezzi che ha a disposizione: gli studenti e i professori lo fanno con i libri, i lavoratori dello spettacolo con le maschere, i musicisti e i cantanti con i loro strumenti, e via dicendo. A ognuno il suo, così nelle ultime settimane, a partire dai primi giorni del 2024, sono scesi in piazza centinaia di trattori. I motivi erano stati anticipati già con la protesta contro l'introduzione della carne coltivata, una battaglia che Coldiretti ha fatto sua e nella quale ha trovato nel Governo un alleato, che ha deciso di appoggiare la protesta degli allevatori e degli agricoltori. Nelle manifestazioni di piazza e nelle raccolte firme generali si rischia però di oscurare le sfumature di chi in piazza ci va perché non necessariamente è contro le politiche europee, ma semplicemente non riesce a portarle avanti senza che gli vengano assegnati gli adeguati sussidi. Siamo anche in questo caso di fronte a una situazione di transizione ecologica che deve essere giusta per il clima, ma anche per i lavoratori.
Se in Francia e in Germania gli agricoltori sono scesi in piazza con i trattori, per chiedere ai governi di intervenire sulla decisione di togliere le agevolazioni sul gasolio, nei Paesi Bassi i colleghi olandesi minacciano scioperi a oltranza. Il governo Rutte ha imposto una riduzione dell'azoto prodotto dagli allevamenti per rispettare le misure del Green Deal. In Italia la situazione è diversa, i temi sembrano riguardare più uno scenario nazionale, ma soprattutto nel comunicato i mittenti della protesta sono sia il Governo che le associazioni di settore, come se volessero rendersi indipendenti.
Le manifestazioni pacifiche con i trattori sono state organizzate in tutta Italia dal Coordinamento agricoltori autonomi, che si riunirà fino a inizio febbraio ad Alessandria per protestare. A livello nazionale c'è anche Riscatto Agricolo, un coordinamento di lavoratori che in un documento ha provato a sintetizzare i motivi della protesta in dieci punti: