La semaglutide tra il diabete e i suoi poteri contro l’obesità: facciamo un po’ di chiarezza

Tiene sotto controllo il diabete o aiuta a dimagrire? Da TikTok e i vari social network, il dilemma quasi «amletico» sulla semaglutide è arrivato fino agli ambulatori dei medici. Il popolarissimo farmaco è venerato su TikTok e Instagram proprio per i suoi potenziali poteri contro l’obesità ma fatta eccezione per gli Stati Uniti è autorizzato solo per il trattamento del diabete.
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Kevin Ben Alì Zinati 16 Marzo 2023
* ultima modifica il 17/03/2023
In collaborazione con la Dott.ssa Chiara Di Loreto Diabetologo presso U.O.S. Diabetologia di Perugia e Presidente AMD Umbria

Tiene sotto controllo il diabete o aiuta a dimagrire? È il dilemma quasi «amletico» che ha investito la semaglutide, farmaco ormai popolarissimo su TikTok e Instagram proprio per i suoi potenziali poteri contro l’obesità.

Per andare avanti dobbiamo fare un passo indietro. Era il 2022 quando Elon Musk affidava ai canali social il racconto del proprio dimagrimento avvenuto grazie a un farmaco «per l’obesità».

Iniettabile attraverso una pennetta monodose e basato su una soluzione di semaglutide, Wegovy aveva permesso al fondatore di aziende d’avanguardia tecnologica come Tesla e SpaceX di tornare in forma perdendo diversi chili.

Se uno degli uomini più ricchi, noti e influenti del Pianeta twitta la sua «formula» per dimagrire facendo nome e cognome della sostanza «miracolosa» che l’ha aiutato, l’effetto che ne deriva è solo uno: Wegovy, e quindi la semaglutide, sono diventati le star del web, le nuove potenti soluzioni per controllare lo stimolo dell’appetito e il senso di sazietà.

Il nome del farmaco, così, ha conquistato tutto il mondo al punto che sempre più persone hanno cominciato a richiederlo al proprio medico, convinti di prendere la scorciatoia e perdere peso senza troppa fatica. È successo anche in Italia.

Ovunque la domanda è cresciuta e Wegovy spesso è andato letteralmente a ruba, lasciando sguarnite le farmacie. Per sopperire al vuoto, molti medici si sono trovati costretti a prescrivere un altro farmaco al suo posto: Ozempic. Si tratta di un medicinale basato sullo stesso principio attivo, la semaglutide, ma indicato per il trattamento del diabete mellito di tipo 2.

Dopo un giro labirintico, rieccoci al dilemma iniziale. Semaglutide è solo un farmaco anti-diabetico o può aiutare davvero a dimagrire? Perché Ozempic viene dato a chi vuole dimagrire anche se è autorizzato per un’altra patologia? Ci sono dei rischi in questo utilizzo?

Stop, punto e a capo: facciamo un po’ di chiarezza.

Due farmaci simili ma diversi

Ozempic è un farmaco somministrato attraverso una pennetta monodose e autorizzato in tutto il mondo per il trattamento del diabete mellito di tipo 2. Si tratta di un analogo del GLP-1 endogeno che grazie all’azione della semaglutide aiuta a tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue.

“Ci sono studi che avvalorano l’uso di questo principio attivo anche per casi di obesità ma si tratta di un altro farmaco, Wegovy, che è caratterizzato da un dosaggio diverso, il cui utilizzo, al momento, è autorizzato solo negli Stati Uniti, ma ancheNorvegia e Danimarca ha spiegato la dottoressa Chiara di Loreto, diabetologo presso U.O.S. Diabetologia di Perugia, Presidente AMD Umbria, esperta nell’utilizzo di semaglutide con pubblicazioni nazionali ed internazionali sull’uso di semaglutide iniettiva nella pratica clinica nel trattamento del paziente diabetico.

Tutto chiaro, fin qui, no? Dalla stessa molecola, la semaglutide, sono stati realizzati due farmaci simili per modalità di somministrazione e composizione ma diversi per autorizzazioni e scopo.

Il vortice dei social

In questi mesi, la semaglutide, quindi Ozempic e Wegovy, sono diventati protagonisti di quella che la dottoressa Di Loreto ha definitoun’infodemia devastante e destabilizzante che ha creato confusione nei pazienti”. 

La notizia del dimagrimento di Elon Musk grazie al farmaco per l’obesità Wegovy girata ad ottobre 2022 è stata poi nuovamente diffusa in quest’ultimo periodo sulla scia degli allarmismi riguardanti la difficoltà di reperimento di Ozempic nelle farmacie.

Il ping-pong social poi ha fatto il resto, spingendo l’errata idea che la semaglutide, in generale, possa effettivamente aiutare a perdere peso.

Due farmaci simili ma diversi, ricordi?. “Il punto – ha ribadito la diabetologa – è che Ozempic è approvato per il diabete perché ci sono studi clinici che ne dimostrano la sicurezza e l’efficacia nel trattamento del diabete. Wegovy, basato su semaglutide ma con un dosaggio diverso, è invece approvato per l’obesità perché sorretto da studi clinici eseguiti su una popolazione obesa”.

L’uso «off label» 

È sbagliato dunque pensare che qualunque farmaco basato su semaglutide possa aiutare a perdere peso: ci sono dosaggi e autorizzazioni diverse.

Eppure, per far fronte alle altissime richieste di chi chiedeva a tutti i costi il Wegovy per dimagrire come le star del web, molte volte i medici si sono visti costretti a ricorrere alla prescrizione del «cugino» Ozempic.

È vero, i farmaci sono caratterizzati da dosaggi diversi perché rispondono a scopi differenti ma il principio attivo su cui si basano è il medesimo. Così molti medici hanno concesso a persone non obese l’uso alternativo di Ozempic al posto di Wegovy, nonostante fosse autorizzato per il diabete. Si definisce somministrazione «off-label», cioè fuori dalla propria indicazione.

È successo anche in Italia. “La dispensazione di semaglutide nel nostro Paese è regolamentata da un rigido canale che attualmente ne impedisce la vendita ai paziente non diabetici. L’uso di semaglutide per l’obesità in Italia non è autorizzato – ha aggiunto la dottoressa Di Loreto – ma non si può del tutto escludere che in passato sia stato in alcuni soggetti utilizzato in modalità «off label»”. 

Ci sono dei rischi dietro a un simile uso? Secondo la diabetologa non si può concludere che Ozempic nuoccia alle persone obese, trattandosi dello stesso principio attivo: il punto, però, è che non dispone di studi clinici a supporto.

“Un uso non terapeutico e fuori indicazione in persone che non abbiano ricevuto un corretto inquadramento clinico, a maggior ragione se non supervisionato da uno specialista esperto, può esporre il paziente a effetti collaterali” ha raccontato la dottoressa Di Loreto, specificando che si tratterebbe soprattutto di effetti a livello gastrointestinale (nausea), oltre che rischi derivanti da un ricorso fai da te a terapie non autorizzate. “Consideriamo poi che un paziente non diabetico che prende Ozempic per dimagrire sta assumendo un farmaco fuori indicazione, cioè non consentito. E il problema di una terapia «off label» è quello di non sapere bene a quali effetti collaterali si può andare incontro, perché non sostenuto da letteratura specifica”.

Gli scaffali vuoti

Considerato che a livello globale Ozempic non è autorizzato per l’obesità, a differenza di Wegovy (per ora solamente negli Usa), questa somministrazione alternata potrebbe aver inciso sulla grande carenza di Ozempic registrata, per esempio, anche in Italia.

Secondo la dottoressa Di Loreto, la responsabilità c’è, seppur non esclusiva. “Ozempic non è reperibile anche perché il suo utilizzo per il diabete è esploso contro ogni previsione, in parte a causa della scarsa disponibilità di altri farmaci appartenenti alla stessa classe, oltre che per una maggior sensibilità dei diabetologi all’utilizzo di quello che oggi è comunque il più potente farmaco non insulinico per il diabete”. 

L’uso «off label» della semaglutide per l’obesità non dovrebbe essere ritenuto, pertanto, il maggior responsabile della limitata disponibilità di Ozempic per i pazienti diabetici. Per la diabetologa, poi, le notizie sull’uso di semaglutide da parte di star e celebrità hollywoodiane sarebbero comunque vecchie e oggi sarebbero state "strumentalizzate da chi vuole fare una cattiva informazione". 

Di sicuro, ha aggiunto la diabetologa, la problematica attuale è da riferirsi ad "un’esplosione dell’utilizzo del farmaco senza un’adeguata strategia di distribuzione. Ma l’allarmismo va smorzato per interrompere questa spirale ansiogena. Le alternative ci sono ed è responsabilità etica di noi specialisti fornire ai pazienti con diabete un’alternativa. Ne abbiamo, abbiamo altre classi di farmaci, o la stessa semaglutide in una formulazione orale. Sta a noi cercare di spegnere fuochi e rassicurare il paziente”.

carenza farmaci industria

La carenza comunque esiste. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha inserito Ozempic nella lista dei farmaci carenti e ha sottolineato che l’aumento della domanda di questa molecola ha portato a carenze che si prevede continueranno per tutto il 2023.

E se una persona diabetica restasse davvero senza Ozempic, quali rischi correrebbe? “Va detto prima di tutto che la sua somministrazione è settimanale quindi se anche ci fosse un ritardo di qualche giorno non dovrebbe essere un grosso problema perché il farmaco non smette di funzionare al settimo giorno esatto – ha concluso la dottoressa Di Loreto – . La situazione attuale, però, lascia prefigurare tempi di attesa anche più lunghi e non somministrare un farmaco estremamente potente per il diabete per 2-3 settimane significherebbe scompensare in modo importante i valori glicemici. Pertanto è importante prendere tempestivamente contatti con il diabetologo”.

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