In Italia la siccità non è più un’emergenza, ma un problema strutturale: Legambiente ha la formula per affrontarlo

Legambiente suggerisce otto pilastri per migliorare la capacità di immagazzinare e gestire meglio l’acqua. Oltre a questo, chiaramente, bisogna combattere la causa della carenza idrica: la crisi climatica.
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Gianluca Cedolin 28 Febbraio 2023

L'estate scorsa per l'Italia è stata disastrosa sul fronte dell'emergenza idrica, ma non è stato un evento eccezionale, purtroppo.

La siccità ormai è cronica nel nostro paese: l'estate 2023 si annuncia ancor più drammatica, perché già oggi i fiumi, i laghi e le riserve d'acqua sono in sofferenza, e le precipitazioni scarse. Per scongiurare l'emergenza dovrebbe piovere per oltre cinquanta giorni di fila, ma sappiamo che non lo farà.

Il Po è già a livelli preoccupanti: -3,2 metri sotto lo zero idrometrico al Ponte della Becca, a Pavia. Il nostro principale fiume, dalle cui acque dipendono aziende agricole, centrali idroelettriche e molte altre attività e persone, in alcuni tratti è una distesa di sabbia, e siamo solo a febbraio, immaginate a luglio.

Il lago di Garda è ai minimi. Da almeno 35 anni non c'era così poca acqua in inverno: ormai l'isola dei Conigli di Manerba è diventata stabilmente una penisola. A Venezia, intanto, per giorni i canali sono rimasti completamente in secca, bloccando la città lagunare, un risvolto non direttamente del riscaldamento globale, ma dell'anticiclone che per giorni ha impedito la presenza di piogge.

Il problema non è solo che piove sempre meno (e quando lo fa in maniera violenta e ingestibile) e che fa sempre più caldo, ma anche quanta acqua siamo in grado di immagazzinare: per ora tratteniamo solo l'11% dell'acqua negli invasi.

Per affrontare la siccità bisogna innanzitutto smettere di trattarla come un'emergenza, e rendersi conto che si tratta di un problema strutturale. Poi bisogna lavorare in due direzioni, combattendo le cause (la crisi climatica, quindi abbassando le emissioni) e provando a mitigarne gli effetti, migliorando la capacità di invaso, riducendo allo stesso tempo il fabbisogno di acqua.

Sintetizzando la situazione con le parole di un comunicato di Legambiente: «Se continuiamo di questo passo rincorreremo sempre le emergenze. Il Governo definisca una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare con interventi di breve, medio e lungo periodo che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climaticie la riduzione di prelievi e di sprechi d’acqua fin da subito».

Proprio a questo proposito, l'associazione ambientalista ha pubblicato otto pilastri per affrontare subito la situazione:

  • Favorire la ricarica controllata della falda facendo in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio;
  • Prevedere l’obbligo di recupero delle acque piovane con l’installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità;
  • Compiere interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione;
  • Implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura attraverso le modifiche normative necessarie;
  • Riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti;
  • Utilizzare i Criteri Minimi Ambientali nel campo dell’edilizia per ridurre gli sprechi;
  • Favorire il riutilizzo dell’acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti;
  • Introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti.