La Thailandia alle prese con l’emergenza plastica: “Multe salate e carcere per chi abbandona i rifiuti”

Il Paese asiatico ha avuto modo in questi anni di sperimentare i danni ambientali dovuti consumo eccessivo di plastica, ma adesso il governo ha deciso di invertire la tendenza: dopo aver imposto lo stop ai sacchetti monouso e aver intensificato i controlli per contrastare il traffico illegale di rifiuti, Bangkok usa il pugno di ferro nei confronti degli abitanti e dei turisti incivili.
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Federico Turrisi 11 Gennaio 2021

Spiagge invase da sacchetti e bottigliette di plastica, discariche a cielo aperto, animali selvatici che muoiono dopo aver ingerito dei rifiuti. La Thailandia non vuole più assistere a scene di questo genere e dichiara guerra allo smaltimento scorretto della plastica. Anzi, il governo del Primo Ministro Prayut Chan-o-Cha ha l'intenzione di diventare un modello nel contrasto a questo tipo di inquinamento.

Dopo che la Cina ha imposto il blocco alle importazioni di rifiuti provenienti dall'estero nel gennaio 2018, il Sud-est asiatico è diventato la principale destinazione della spazzatura prodotta nei Paesi occidentali. La Thailandia, quindi, da un lato si è proposta di porre un freno al traffico illegale, dall'altro ha deciso di introdurre nuove misure interne per la salvaguardia degli ecosistemi marini e terrestri e la riduzione del volume dei rifiuti di plastica.

Per esempio, lo scorso gennaio è partito un piano ventennale promosso dal governo per bandire i sacchetti di plastica monouso, un'autentica piaga soprattutto per la fauna marina. O ancora, pochi mesi fa, per tutelare gli animali selvatici del parco nazionale di Khao Yai, il ministro dell'ambiente thailandese Varawut Silpa-archa aveva lanciato una provocazione: butti per terra i tuoi rifiuti? Noi te li rispediamo a casa.

Soltanto una provocazione? Non proprio, dal momento che dalle minacce si è passati alle sanzioni vere e proprie. Già, perché l'abbandono di rifiuti in una riserva naturale protetta è un reato punibile in Thailandia con cinque anni di reclusione e con multe salatissime. L'esperimento di Khao Yai ha funzionato così bene che il governo thailandese ha esteso il provvedimento a tutte le aree urbane del Paese. Il messaggio rivolto alla popolazione e ai turisti è molto chiaro: se non lo capite con le buone, bisogna usare le maniere forti. Del resto, come recita un famoso detto, a mali estremi, estremi rimedi.