L’acquacoltura rischia di provocare gravi epidemie tra gli animali

La vita degli animali con l’acquacoltura potrebbe essere a serio rischio in caso di epidemie. Trattandosi di spazi più ristretti il rischio è veramente alto.
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Alessandro Artuso 4 Aprile 2020

L'inquinamento conosci bene come sia dannoso non solo per te, ma anche per gli animali marini che vivono ad esempio in acque non più così sicure. Uno studio pubblicato su Nature e realizzato dall'Università di Utrecht ha analizzato il ruolo di alcuni organismi che fungono da filtro per mantenere sotto controllo la popolazione del mare.

Lo studio

Purtroppo può capitare che nelle attività di acquacoltura, cioè allevamenti di organismi che vivono in mare e la cui salvaguardia dipende direttamente dall'intervento dell'essere umano, si sprigionino dei virus. Questa pratica, infatti, è un'alternativa alla classica pesca e prevede un contatto in spazi molto più ridotti rispetto al mare aperto. Si creano delle zone "chiuse" in mare che limitano il raggio di azione degli animali.

In genere vi si ospita una sola specie per evitare che i pesci entrino in conflitto, ma il punto è che questa metodologia rischia di provocare gravi epidemie tra gli animali. In realtà gli scienziati credono che per evitare simili situazioni ci sia bisogno di inserire spugne e altri animali con il ruolo di filtrare i microrganismi.