Le amiche che combattono la plastica: a Milano le volontarie convincono i negozianti a diventare plastic-free

La base del gruppo “Mi faccio in 3”, nato da una costola della social street di via Morgagni, è composta da 10 donne. Ad animarle la voglia di rendere più green il quartiere dove vivono e sensibilizzare sui temi ambientali i cittadini e in particolare i commercianti. “Il cambiamento parte da ciascuno di noi, dai piccoli gesti quotidiani”, ci ricorda Elena Carattoni, portavoce del gruppo.
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Federico Turrisi 22 Ottobre 2019

Non avranno l'età anagrafica di Greta Thunberg, ma lo spirito combattivo delle volontarie di "Mi faccio in 3" è lo stesso della giovanissima attivista svedese. L'età media si aggira intorno ai 50 anni. C'è chi ha famiglia e chi no, ma tutte condividono la passione per l'ambiente e parte del loro tempo libero lo dedicano proprio in attività di sensibilizzazione, invitando più persone possibili a seguire pratiche virtuose ed ecosostenibili, come per esempio ridurre l'utilizzo della plastica usa e getta.

Siamo a Milano, zona 3, per l'esattezza, che comprende, tra gli altri, i quartieri di Porta Venezia, Città Studi e Lambrate. Se il movimento Fridays for Future, per continuare il parallelismo con Greta, ha una portata globale, "Mi faccio in 3" ha una dimensione dichiaratamente locale: è nato infatti da un gruppo di dieci amiche, il nucleo del progetto, che erano già attive nelle social street di quartiere, in particolare in quella di via Morgagni, intorno alla quale si era costituito già un gruppo affiatato. Lo spirito è proprio quello delle social street, il cui motto è "Dal virtuale al reale al virtuoso". Facebook è solo un mezzo per scambiarsi le informazioni e rimanere aggiornati, l'attività si esercita sul campo partendo dalla relazione concreta con le persone. Il nome rispecchia bene la filosofia a cui si ispirano le volontarie, come ci spiega la portavoce del gruppo Elena Carattoni, 52 anni, milanese doc.

"Mi sta per Milano, ma richiama anche l'azione in prima persona: ognuno di noi è protagonista, il cambiamento non va delegato. 3 ovviamente fa riferimento al fatto che operiamo in zona 3. Più che altro, per noi il nome rimanda al concetto di impegno, di sforzo. Cambiare le proprie abitudini richiede fatica e forza di volontà. Ma insieme, aiutandosi e scambiandosi consigli, è più facile. La nostra azione di consumatori è rivolta per lo più agli esercenti, con lo scopo di fare conoscere la campagna Milano Plastic Free, realizzata dal Comune in collaborazione con Legambiente. Anziché aspettare che siano i commercianti a scoprire l'iniziativa e ad aderire, siamo noi stesse ad andare alla pizzeria di fiducia, al bar di fiducia, alla gelateria di fiducia a dire «Guarda, perché non provi a informarti sui materiali alternativi alla plastica?»".

Elena Carattoni, la prima a sinistra, insieme alle altre volontarie di "Mi faccio in 3"

E le spedizioni delle volontarie di "Mi faccio in 3" stanno avendo un certo successo, nonostante i numerosi ostacoli. Spesso infatti i commercianti sono perplessi sulla reale efficacia dell'iniziativa plastic free in quanto possono sì togliere cannucce e bicchieri di plastica, ma hanno comunque anche dei fornitori che spediscono materie prime e alimenti quasi sempre all'interno di imballaggi di plastica. C'è poi l'aspetto economico: togliere la plastica e sostituirla con altri materiali per i commercianti significa aumentare i prezzi.

"Ma il messaggio che cerchiamo di trasmettere a loro è che l'impulso al cambiamento arriva proprio dai consumatori, che chiedono soluzioni più ecosostenibili. Questo è un grande incentivo per il gestore di un'attività commerciale. La campagna Milano Plastic Free non vuole eliminare subito tutto la plastica; si tratta di un impegno graduale, in avvicinamento al 2021, quando il nostro paese dovrà recepire la direttiva europea sulla plastica monouso".

Ma non c'è solo la questione plastica. Le volontarie di "Mi faccio in 3" hanno anche lanciato una raccolta di firme, a cui hanno aderito molti cittadini, per chiedere al Comune e all'Amsa (il gestore del servizio di raccolta dei rifiuti nel capoluogo lombardo) di installare delle colonnine dove posare i mozziconi di sigaretta, in modo da impedire che la gente li butti per terra. Il gruppo si batte anche per incrementare il numero delle casette dell'acqua sul territorio. Anche qui il fine è promuovere una buona abitudine che consente di risparmiare sull'utilizzo di bottiglie di plastica.

"In realtà, le idee sono moltissime", sottolinea Elena Carattoni, "siamo molto orgogliose del nostro municipio e vorremmo diventare un modello anche per gli altri municipi di Milano". Quello di "Mi faccio in 3" è un vero e proprio esempio di cittadinanza attiva. Confrontarsi con le altre persone che vivono nel quartiere, interfacciarsi con le istituzioni, proporre iniziative, mettersi in gioco: questo si fa per ottenere una città migliore.

"Che cosa chiederei al sindaco Sala? Tutto è perfettibile. Devo ammettere che la città di Milano sul tema ambientale si sta muovendo molto bene. Se proprio dovessi indicare due proposte, direi di dedicare maggiore cura al verde pubblico con la manutenzione ordinaria, e non solo straordinaria, e di rivedere il sistema dei cestini municipali: lì dentro ci finisce di tutto, indistintamente. Mettiamo invece dei bidoncini che permettano di separare i rifiuti in maniera corretta".