Le emissioni di metano sono aumentate del 47% dall’epoca preindustriale e causano migliaia di morti premature all’anno

Per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C dovremo tagliare le emissioni di metano di un terzo entro il 2030 e circa il 45% entro 2040. Rappresentano inoltre un rischio per la salute: solo nel 2019 hanno causato in Europa quasi 3000 morti premature, come spiegato da un nuovo report del WWF.
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Martina Alfieri 20 Luglio 2022

L’inquinamento ha dei costi sia ambientali che sociali, che tutti noi paghiamo. In particolare, le emissioni di metano negli ultimi anni sono in forte aumento e causano danni significativi anche alla salute delle persone, come emerge dal nuovo report commissionato al Greenhouse Gas Management Institute (GHGMI) dal WWF.

Il report “Le emissioni di metano in Italia” riflette sull’impatto che questo gas ha sulla natura, sui cambiamenti climatici e anche sull’uomo. Rispetto all’epoca preindustriale, la concentrazione di questo gas nell’atmosfera è cresciuta addirittura del 47%, raggiungendo, secondo il WWF, un picco che non si vedeva da 800.000 anni.

Soprattutto per quanto riguarda l'innalzamento delle temperature, inoltre, il metano può essere anche più insidioso della CO2:

“Sebbene il metano sia molto meno abbondante nell’atmosfera rispetto alla CO2, assorbe però la radiazione infrarossa termica in modo molto più efficiente e, di conseguenza, ha un potenziale di riscaldamento globale circa 80 volte più forte per unità di massa della CO2 su una scala temporale di 20 anni e circa 30 volte più potente su una scala temporale di 100 anni”, fa sapere attraverso un comunicato il WWF.

Questo gas, già presente in natura ma prodotto in abbondanza da attività antropiche come la zootecnia e l'agricoltura – si stima che nel 2050 in Italia il 60%  del metano sarà emesso dal settore agricolo – è nocivo anche per la salute delle persone: secondo il report, peserebbero sul nostro Paese 2,17 miliardi di spesa sanitaria derivante dall’uso del gas naturale negli impianti termoelettrici. La cifra più alta spesa finora in Europa. Per farci un’idea, solo nel 2019, sempre in Europa sarebbero state 2.864 le morti premature, oltre 15.000 i casi di difficoltà respiratorie, oltre 4.100 i ricoveri ospedalieri e più di 5 milioni i giorni lavorativi perduti a causa di malattie riconducibili alla produzione di energia da gas naturale.

Visto l’impatto del metano come gas serra anche più potente dell’anidride carbonica, oltre 100 Paesi del mondo hanno sottoscritto alla Cop26 di Glasgow il Global Methane Pledge, che stabilisce, per ciascuno stato aderente, una riduzione delle emissioni, entro il 2030, di almeno il 30% rispetto ai livelli del 2020. Per il WWF l’Italia deve fare un passo in più, preparando una strategia per il metano ambiziosa e in linea con gli obiettivi per internazionali. Ridurre i livelli di metano potrebbe infatti migliorare anche rapidamente la situazione del riscaldamento globale.