
La lavatrice è un elettrodomestico al quale oggi non sapremmo più rinunciare: si trova in tutte le case e la usiamo con assidua frequenza. Ma hai mai pensato a come si puliva il bucato prima che fossero inventate e poi introdotte sul mercato?
Per rispondere a questo interrogativo, vengono in nostro soccorso le storie delle nostre nonne che ci raccontano di quando la fatica e la pazienza erano gli ingredienti segreti per avere panni puliti e profumati.
Racconti che evocano mani esperte che strofinano con cura, l'odore inconfondibile del sapone fatto in casa e il suono rilassante dell'acqua che scorre in un ruscello vicino.
I metodi naturali che le nostre nonne utilizzavano non erano solo un modo per pulire i vestiti, ma un vero e proprio rituale che univa il rispetto per la natura con la saggezza popolare, tramandata di generazione in generazione. E chissà che poi da questi non si possa trarre spunto ancora oggi.
In un mondo totalmente diverso, ora che l'attenzione alla sostenibilità e ad un mondo più "pulito" e senza sprechi è al massimo livello, questi racconti potrebbero non essere più soltanto storie appartenenti ad un mondo lontano ma un vero e proprio vademecum per ridurre la nostra impronta sul pianeta.
Vediamo quindi cosa utilizzavano le nostre nonne per avere un bucato perfetto, senza bisogno di lavatrice.
Prima dell'invenzione della lavatrice e dei detersivi moderni, le persone utilizzavano una varietà di prodotti naturali e fatti in casa per lavare i panni.
Il sapone era spesso prodotto in casa utilizzando grasso animale o olio vegetale mescolato con liscivia (una soluzione alcalina ottenuta da cenere di legna). Questo sapone era efficace nel rimuovere lo sporco e le macchie dai tessuti.
La liscivia, ottenuta dalla cenere di legno, era uno dei detergenti più comuni. Mescolando la cenere con acqua, si otteneva una soluzione che veniva usata per pulire i vestiti, soprattutto quelli bianchi. La liscivia era particolarmente utile per sbiancare i tessuti e rimuovere le macchie ostinate.
Potrebbe sembrare controintuitivo, ma per pulire il bucato soprattutto per le macchie più ostinate si usava la terra. L'argilla o la terra fine infatti venivano utilizzate per assorbire l'unto dai tessuti: i capi venivano strofinati con l'argilla e poi sciacquati per rimuovere lo sporco.
In diverse parti del mondo, le persone facevano uso di piante saponifere, come la saponaria (Saponaria officinalis) o il frutto dell’albero del sapone (Sapindus mukorossi), che contengono saponine, ovvero sostanze naturali che producono schiuma e possono detergere.
Questo particolare sapone naturale è da sempre stato utilizzato per il bucato. Si tratta di un sapone, originario della città francese dalla quale prende il nome, fatto principalmente con olio d'oliva ed è noto per essere delicato ma efficace. È stato usato per secoli per lavare i vestiti ma anche per la detersione del corpo.
Il bicarbonato di sodio è forse uno degli ingredienti naturali più utilizzati nelle pulizie domestiche sostenibili, ancora e soprattutto oggigiorno. Tuttavia, anche questo rientra nei vecchi "rimedi delle nonne", che lo utilizzavano soprattutto per ammorbidire l'acqua.
Indipendentemente dal detergente naturale scelto, quello del bucato era per le nostre nonne un lavoro faticoso e impegnativo che poteva durare anche una giornata intera.
Per prima cosa, bisogna considerare che l'acqua corrente non era sempre disponibile e per questo, specialmente in aree rurali, le persone portavano il bucato nei fiumi o nei torrenti. In alternativa ai corsi d'acqua, le famiglie usavano grandi tinozze o secchi pieni d'acqua: i panni venivano immersi, strofinati e sciacquati.
L'acqua calda era preferita – quando possibile e disponibile – per migliorare l'efficacia del lavaggio. Infatti per disinfettare e pulire a fondo, il bucato veniva fatto bollire. Questo avveniva in particolare per la biancheria da letto e da bagno quindi lenzuola e asciugamani.
Dopo il lavaggio i panni venivano strizzati diverse volte, in più riprese, rigorosamente a mano. Dopodiché venivano stesi ad asciugare su fili, recinzioni o cespugli, all'aperto o vicino al fuoco.