Le microplastiche sono ovunque, e non risparmiano neanche le api da miele

Un team internazionale di ricercatori ha rilevato per la prima volta la presenza di microplastiche perfino su questi insetti impollinatori. Le api possono essere infatti utilizzate come bioindicatori per il monitoraggio di questi inquinanti nell’ambiente. Le quantità maggiori di materiale plastico sono state trovate in città, ma in campagna la situazione non è migliore.
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Federico Turrisi 15 Marzo 2021

Non si salvano dalle microplastiche neanche loro, le api mellifere, che già se la passano sempre peggio a causa del cambiamento climatico e dell'utilizzo massiccio di pesticidi. In un recente studio, che ha coinvolto un gruppo di ricercatori danesi, olandesi e spagnoli, proprio questi insetti impollinatori sono stati utilizzati per il biomonitoraggio degli inquinanti derivati dalla plastica. In pratica, le api rappresentano potenzialmente delle sentinelle che permettono agli esperti di mappare l'inquinamento da microplastiche nell'ambiente.

In questo caso specifico, la ricerca è stata condotta in Danimarca, con prelievi di campioni in 19 siti di osservazione, 9 nel centro urbano della capitale Copenhagen e gli altri 10 in zone periferiche e in contesti rurali. I materiali trovati (per il 52% sotto forma di frammenti e per il 38% sotto forma di fibre) e analizzati dai ricercatori appartenevano a 13 diverse tipologie di polimeri: al primo posto c'è il poliestere (che è presente soprattutto negli indumenti in tessuto sintetico), seguito dal polietilene e dal polivinilcloruro (Pvc).

La cosa più sorprendente è che le quantità ritrovate negli alveari in campagna sono di poco inferiori a quelle degli alveari urbani, segno che l'inquinamento da microplastiche è davvero pervasivo. Ti deve sorprendere però fino a un certo punto: non bisogna infatti trascurare l'azione del vento che trasporta in giro le nanoparticelle di materiale plastico fino a contaminare gli ambineti più impensabili.

Ora la domanda è: le microplastiche finiscono anche nel miele? In alcuni casi è molto probabile, ma gli studi disponibili sulla presenza delle microplastiche nei prodotti dell'alveare sono pochi e hanno mostrato comunque un basso livello di contaminazione. Occorre dunque proseguire le indagini, sfruttando le api per tenere sotto controllo questa nuova e invisibile forma di inquinamento. "Le api da miele – concludono i ricercatori – interagiscono con l’ambiente all’interno della loro area di raccolta e portano con sé le sostanze inquinanti. I nostri risultati hanno dimostrato la presenza di microplastiche attaccate al corpo delle api mellifere e aprono un nuovo percorso di ricerca per il loro utilizzo come biocampionatori attivi per l’inquinamento antropogenico".

Fonte | "Honeybees as active samplers for microplastics" pubblicato su Science of The Total Environment.