Le miniere devastano le foreste tropicali: disboscata un’area di oltre 3000 km2 in 20 anni

Tra il 2000 e il 2019, a causa delle attività dell’industria mineraria, le foreste pluviali si sono fortemente ridotte, con effetti negativi per gli ecosistemi. Indonesia, Brasile, Ghana e Suriname sono i Paesi che hanno consumato la superficie forestale maggiore.
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Martina Alfieri 16 Settembre 2022

Le foreste tropicali, come sappiamo, sono continuamente sotto attacco e rappresentano per tanti settori industriali una fonte di guadagno da sfruttare, oppure un ostacolo da eliminare. Le miniere sono tra i principali responsabili della grande deforestazione degli ultimi decenni, e uno studio è riuscito per la prima volta a stimare il loro impatto ambientale.

La crescente domanda di minerali – oro, stagno, nichel e ferro sono alcuni dei più richiesti – sta provocando gravissime perdite alle foreste pluviali come l’Amazzonia. Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Proceeding of the National Academy of Sciences (PNAS), ha calcolato che nel ventennio compreso tra il 2000 e il 2019 sono stati rasi al suolo almeno 3.264 km2 di superficie forestale proprio a causa dell’industria estrattiva.

Lo studio ha considerato le miniere industriali distribuite in 26 Paesi del mondo. L’80% della deforestazione dovuta alla presenza dei siti d’estrazione mineraria si sarebbe concentrata in quattro Paesi in particolare: Indonesia (dove avviene il 58.2% dei disboscamenti legati all’attività estrattiva), Brasile, Ghana e Suriname:

I nostri risultati illustrano impatti significativi, ma distribuiti in modo non uniforme e spesso non gestiti, su questi ecosistemi ricchi di biodiversità”, scrivono gli autori dello studio. “Le valutazioni d'impatto e i piani di mitigazione delle attività minerarie industriali devono considerare gli impatti diretti e indiretti per supportare la conservazione delle foreste tropicali del mondo”.

Tra gli impatti indiretti c’è ovviamente quello che coinvolge la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi tropicali, che si vedono privati di preziose risorse naturali. Una recente ricerca realizzata dall’Amazonian Network of Georeferenced Socio-environmental Information insieme alle popolazioni indigene del Coica ha stabilito che parte dell’Amazzonia potrebbe essere perduta per sempre. Il settore economico più nocivo per le foreste rimane l’agricoltura, che ruba ogni anno migliaia di ettari di verde e che pesa il 70% sulle perdite totali. A seguire, invece, c’è proprio l’industria mineraria, che è destinata a contribuire in maniera crescente alla deforestazione globale.